Il prelievo citologico: impieghi, limiti e vantaggi

Cos’è la citologia diagnostica e a cosa serve? Quali sono gli ambiti di applicazione, i limiti e i vantaggi di un esame citologico? Tutto ciò che devi sapere sul tema nel corso FAD presente sulla piattaforma Consulcesi Club

Sommario

  1. La citologia diagnostica
  2. Gli ambiti di applicazione
  3. Perché scegliere l’esame citologico: i vantaggi della citologia diagnostica
  4. I limiti della citologia diagnostica
  5. Il corso ECM

La citologia è il ramo della biologia che si occupa dello studio, forma, struttura e funzioni delle cellule. Così come dei meccanismi di divisione e delle loro disfunzioni. È complementare all’istologia che studia le cellule come componenti dei tessuti. Ma cos’è la citologia diagnostica e a cosa serve? Quali sono gli ambiti di applicazione, i limiti e i vantaggi di un esame citologico?

La citologia diagnostica

È una tecnica diagnostica di indagine che permette di determinare e differenziare la natura di alterazioni cellulari evidenziate nel corso di un esame clinico e/o radiologico. Ha lo scopo di identificare il processo patologico generale e quindi stabilire le ulteriori indagini diagnostiche per giungere ad una diagnosi definitiva e indirizzare gli interventi terapeutici da effettuare. La citologia diagnostica occupa un posto di rilievo nella diagnostica neoplastica. Le alterazioni evidenziate, infatti, possono indicare la presenza di malattie come il cancro.

Gli ambiti di applicazione

La citologia può essere utilizzata in vari ambiti: la ginecologia, la dermatologia, l’otorinolaringoiatria.

Negli screening di popolazioni con:

  • Pap Test per lo screening dei tumori del collo dell'utero. L’esame è in grado di individuare in modo rapido la presenza di alterazioni nelle cellule della cervice uterina, identificando così precocemente le donne a rischio di sviluppare un cancro al collo uterino;
  • Urine: l’esame citologico urinario prevede la ricerca di cellule anomale nelle urine. È un test di fondamentale importanza nella valutazione (screening, diagnosi e follow-up) delle patologie dell’apparato escretore e, in particolare, dei tumori dell’urotelio ureterale e vescicale.

Inoltre, la citologia fornisce supporto nel primo inquadramento di condizioni patologiche accertate ma di natura ancora da determinare e come test per la discriminazione tra patologie neoplastiche e non.

La citologia è utile nella diagnostica di secondo livello perché viene utilizzata come test per la definizione di lesioni già riconosciute clinicamente o a mezzo di diagnostica per immagini RMN-TAC-RX e/o ecografia per mezzo di:

  • citologia da agoaspirazione con ago sottile (FNA). Si usa per mammella, tiroide, tessuti molli, polmone, fegato, pancreas, ovaio e linfonodi profondi;
  • esame citologico del lavaggio bronchiale-alveolare (BAL).

Molto spesso dal suo esito dipende il trattamento medico o chirurgico che sarà applicato al paziente.

La citologia è impiegata anche nel follow-up di malattia come indagine per il monitoraggio di pazienti affetti da una specifica patologia durante l’evoluzione, il post-trattamento o la regressione spontanea di malattia.

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Perché scegliere l’esame citologico: i vantaggi della citologia diagnostica

I vantaggi dell’esame citologico sono:

  • è di rapida esecuzione;
  • non traumatico, poco invasivo per il paziente;
  • semplice e ripetibile;
  • tempi brevi di risposta;
  • poco costoso;
  • in mani esperte è attendibile quasi come l’esame istologico;
  • permette di inquadrare la citologia in tempi brevi.

Inoltre, l’esame citologico comporta:

  • una rapida esecuzione;
  • impiego limitato di risorse, personale e strutture;
  • i costi sono contenuti;
  • i prelievi si effettuano senza anestesia e sono facilmente ripetibili in caso di insuccesso con una metodica poco fastidiosa per il paziente e con minime complicanze.

I limiti della citologia diagnostica

La citologia presenta, però, anche alcuni limiti quali:

  • non dà informazioni sulla complessità delle lesioni;
  • falsi negativi (tumore non diagnosticato). Questo può avvenire per errori di campionamento e di allestimento o nel caso di cellule diagnostiche presenti ma non individuate;
  • anche se il campione è idoneo non sempre è sufficiente per tipizzare neoplasie.

Le caratteristiche di un buon campione:

  • presenza di un numero adeguato di cellule;
  • buono stato di conservazione delle cellule;
  • campione rappresentativo della lesione;
  • fissazione adeguata.

Il corso ECM

“Il prelievo citologico tramite citoinclusione” corso FAD da 4.5 ECM presente sulla piattaforma Consulcesi Club, è guidato dai responsabili scientifici Martina D’Angelo e Daniele Nicoletti. La dottoressa D'Angelo è tecnico di Laboratorio Biomedico, Biotecnologo e Biologo Abilitato e ricercatrice presso il Policlinico Universitario Campus Biomedico di Roma. Anche il dottor Nicoletti è Tecnico di laboratorio biomedico presso il Laboratorio di Anatomia Patologica della Fondazione Policlinico Universitario Campus Biomedico di Roma.

Il focus del corso è l’allestimento del prelievo citologico per migliorare la raccolta, la preparazione e l’analisi dei campioni citologici. Il fine è ottenere un campione con una cellularità adeguata sia per qualità che per quantità. Questo permette di ridurre l'utilizzo di tecniche alternative troppo invasive per il paziente.

Il corso descrive i numerosi metodi utilizzati all’interno dei laboratori di diagnostica e di ricerca; tuttavia, nonostante la presenza di kit commerciali sul mercato che permettono una standardizzazione della metodica, è veramente difficile riuscire a stabilire quale sia la tecnica più “performante” sia in relazione alla qualità dei preparati che in relazione alla semplicità di esecuzione. Ciononostante, il corso compara le varie tecniche e dispositivi presenti sul mercato per raggiungere una metodica standard di facile interpretazione nonché di esecuzione da parte di tutti gli operatori. La manipolazione del campione si è ridotta notevolmente diminuendo di conseguenza i tempi di allestimento del citoincluso stesso, adatto a catturare e preservare la cellularità dei campioni raccolti.

L’obiettivo del corso ECM è far ottenere ai partecipanti un “gold standard” della metodica del citoincluso garantendo allo stesso tempo un’elevata qualità/quantità del pellet cellulare con una tecnica rapida e di semplice esecuzione. Il fine è ridurre le numerose variabili non solo legate alla manipolazione del campione ma anche agli strumenti a disposizione all’interno di ogni laboratorio.

Di: Viviana Franzellitti, giornalista

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