L’ansia è un emozione che tutti, prima o poi, sperimentano, sin dalla prima infanzia e fino alla vecchiaia. “Non bisogna averne paura, anzi è bene imparare a conoscerla e ri-conoscerla per gestirla e trasformarla in un’emozione funzionale al corretto svolgimento della vita di tutti i giorni, commenta la dottoressa Mariolina Palumbo, psicologa clinica. Una presa di coscienza necessaria soprattutto per evitare di patirne gli effetti collaterali, non solo a livello psicologico o nelle interazioni sociali, ma anche dal punto di vista fisico: “L’ansia si presenta fisiologicamente quando una persona percepisce una circostanza come pericolosa: il corpo si attiva mandando un messaggio di allerta, di cui l’ansia ne è, appunto, la manifestazione. Un soggetto dotato di un giusto equilibrio, che si trova in uno stato di benessere psicologico, riesce a gestire l’alert, traendone anche un beneficio. Chi che, invece, vive un disagio psicologico, ne sarà provato e debilitato”, aggiunge la psicologa clinica. Tra i sintomi più diffusi ci sono quelli che riguardano l’apparato gastro-intestinale, come nausea, bruciori allo stomaco e diarrea. Ciò accade soprattutto quando l’ansia è piuttosto continuativa, se non addirittura permanente. “La cronicizzazione di questa emozione è ritenuta una delle principali cause della gastrite nervosa, malattia psicosomatica sempre più diffusa anche tra giovani e adolescenti”, evidenzia la dottoressa Palumbo.
La sinergia tra medico di famiglia e psicologo
Di fronte alla persistenza dei sintomi gastrointestinali è frequente che ci si rivolga al proprio medico di medicina generale: “È opportuno che, ottenuta una diagnosi certa, il paziente venga inviato dallo psicologo, poiché è proprio l’interazione con medico e psicologo a permettere di ottenere un’efficace e completa risoluzione del sintomo e della patologia psicosomatica. Una terapia cognitivo comportamentale è quella più appropriata per tale disturbo”, dice la professionista sanitaria. Per questo è necessario che si intercetti quanto prima la natura psicosomatica del problema: “Il medico può rendersi conto subito se ha di fronte un paziente ansioso. La sua postura è sempre in chiusura, può avere un modo di gesticolare insolito e, ancora, muovere nervosamente una o entrambe e le gambe. Il suo linguaggio appare velocizzato e, soprattutto, ha la sua diagnosi da ‘dottor Google’ sempre in tasca e ne va fierissimo’’, sottolinea l’esperta.
Reflusso da ansia, l’importanza della prevenzione
Il reflusso gastro-esofageo si manifesta soprattutto in età lavorativa, anche se alcuni studi ne dimostrano un’incidenza degna di nota anche negli anni scolastici, sin dalle medie inferiori. “Bruciore, rigurgito acido, tosse secca, asma, insonnia sono tra i sintomi più comuni e noti” dice la dottoressa Palumbo. La risoluzione di queste problematiche psicosomatiche è positiva nella quasi totalità dei casi e le guarigioni sono in aumento. “L’importante è seguire sempre le indicazioni mediche, rivolgersi immediatamente ad uno specialista quando la problematica permane e diventa invalidante per lo svolgimento della propria vita, adottando sempre abitudini che realizzino il ‘Benessere Psicologico’. La prevenzione e la richiesta di aiuto sono passi fondamentali per la nostra esistenza, abbiamo bisogno di realizzare un cambio di paradigma che segni una trasformazione del concetto di cura del corpo e della mente che, essendo interconnessi, funzionano all’unisono”, conclude la psicologa clinica.