Sanità, Schillaci: “Stop a definanziamento Ssn pre-Covid, 7 mld in prossimi 3 anni”

Il ministro della Salute sul definanziamento pre-Covid del Sistema Sanitario Nazionale: “Oltre alle risorse economiche serve anche una visione strategica”.

Sommario

  1. Università, Schillaci: “Preoccupano posti specialità non assegnati o abbandonati”
  2. “Tecnologie sempre più necessarie per cure a over 65”
  3. “L’università deve preparare i professionisti di domani”
  4. Malattie rare: “Impegno costante per cure, risorse e ricerca”

"Nella fase in cui ci stiamo gettando alle spalle la pandemia, abbiamo la certezza che la salute non è più un costo, ma un investimento. Si deve iniziare a porre fine al definanziamento pre-Covid che ha messo a rischio il Servizio sanitario nazionale. Per questo abbiamo messo 7 miliardi per i prossimi 3 anni. Oltre alle risorse economiche, serve anche una visione strategica per rispondere alle nuove esigenze demografiche e tecnologiche". Lo ha detto il ministro della Salute, Orazio Schillaci, nel suo intervento all'inaugurazione del 679esimo anno accademico dell'Università di Pisa.

Università, Schillaci: “Preoccupano posti specialità non assegnati o abbandonati”

"Oggi stiamo affrontando un problema oggettivo di carenza di professionisti sanitari, con una programmazione di accesso alle Facoltà di Medicina che in passato non sempre ha saputo tenere conto delle reali esigenze della nostra nazione. Ecco – ha evidenziato ancora Schillaci – che siamo impegnati con il ministero dell'Università a definire il fabbisogno di medici coniugando con l'offerta che arriva dalle università. Così come stiamo affrontando il tema delle borse delle Scuole di specializzazione: il numero dei contratti che non sono stati assegnati o sono stati abbandonati sono preoccupanti, specialmente l'area della Medicina di emergenza-urgenza vede una vera e propria fuga di giovani medici". Il ministro ha ribadito che “investire nei giovani significa creare le condizioni affinché tornino a vedere attrattivo il Servizio sanitario nazionale: lavorare nella sanità pubblica deve essere gratificante dal punto di vista economico e professionale. C'è l'impegno sinergico con l'Universiità per offrire agli aspiranti medici un futuro di crescita ed eccellenza in Italia".

“Tecnologie sempre più necessarie per cure a over 65”

"Senza innovazioni non sono possibili cambiamenti e progressi – ha detto ancora Schillaci –, grazie ai quali possiamo dare risposte concrete ai bisogni sanitari emergenti. Penso alla grande opportunità che deriva dallo sviluppo delle innovazioni tecnologiche, sempre più necessarie per offrire cure di prossimità grazie alla telemedicina e alla teleassistenza agli over 65 che nel 2050 rappresenteranno il 35% della popolazione". Schillaci cita anche "il ruolo della ricerca sanitaria per poter disporre di terapie innovative e di tecnologie avanzate che si tradurranno in vantaggi sia per la salute dei cittadini, ma anche di economicità, efficienza, appropriatezza ed efficacia del nostro sistema sanitario nazionale". Per il ministro, "oltre alle risorse economiche abbiamo bisogno di una visione strategica" che "ci deve consentire di rispondere alle transizioni epidemiologiche e demografiche e tecnologiche che sono intervenute negli ultimi anni. Gli ambiti su cui intervenire sono tanti. Tra questi rientra la valorizzazione della ricerca, senza la quale non riusciremo ad aprirci alle innovazioni". L'Università di Pisa, aggiunge Schillaci, "ha mostrato consapevolezza dell'importanza della valorizzazione della ricerca e della condivisione delle conoscenze a livello internazionale, come testimonia la partecipazione alla European Cancer Imaging Iniziative, che consentirà di collegare le risorse e le banche dati dell'Unione europea assicurando alla comunità scientifica di accedere a grandi quantità di dati di imaging sui tumori. Un progetto che si concretizzerà nello sviluppo della medicina personalizzata, della diagnostica e delle terapie oncologiche di cui beneficeranno milioni di cittadini. Sono queste le buone pratiche che rendono eccellente il nostro sistema universitario, che va sostenuto e valorizzato con maggiore determinazione e coraggio".

“L’università deve preparare i professionisti di domani”

"L'università - evidenzia il ministro - deve quindi guardare a questa prospettiva nella consapevolezza di preparare i professionisti di domani, capaci di utilizzare al meglio le tecnologie più avanzate a partire dall'Intelligenza artificiale. Professionisti che non dovranno mai rinunciare alla capacità di sintesi e alla responsabilità decisionale propria della professione medica. La formazione dei futuri professionisti non può prescindere dall'acquisizione di conoscenze e competenze trasversali in considerazione del contesto globale, anche in materia di sanità pubblica, in cui saranno chiamati ad operare. La pandemia di Covid-19, come altre epidemie, ha dimostrato quanto sia indispensabile un approccio olistico alla salute. Salute umana, salute animale e tutela dell'ambiente sono tra loro interdipendenti e richiedono professionalità in grado di gestire la sfida del nuovo paradigma della sanità pubblica in ottica One Health, Planetary Health". Il tutto con un punto fermo: "Il capitale umano - ribadisce - è la leva essenziale della sanità pubblica e nessuna innovazione tecnologica lo potrà mai sostituire".

Malattie rare: “Impegno costante per cure, risorse e ricerca”

"Abbiamo aperto insieme il primo febbraio il mese delle malattie rare lanciando presso la sede del ministero la campagna #uniamoleforze, la prima di tante iniziative a sostegno delle persone affette da malattie rare, che culminano con l'evento di oggi. La nostra attenzione alle malattie rare, ai pazienti, alle loro famiglie è costante". È quanto ha sottolineato sempre il ministro della Salute, Orazio Schillaci, questa volta nel messaggio inviato a Uniamo (Federazione italiana malattie rare) per l'evento di chiusura della campagna #uniamoleforze, in occasione della Giornata mondiale delle malattie rare. "Da subito ho chiesto di accelerare l'insediamento del Comitato nazionale per le malattie rare, avvenuto il 24 gennaio, e di renderlo immediatamente operativo - ha ricordato Schillaci -. Il 21 febbraio il comitato ha approvato il Piano nazionale delle malattie rare, un risultato importante e molto atteso che premia l'impegno di tutti i soggetti che vi hanno contribuito. Il prossimo impegno, una volta concluso l'iter con il passaggio in Conferenza Stato-Regioni, sarà quello di attuare le misure previste nel Piano anche attraverso risorse adeguate. Così come non mancherà - ha aggiunto - l'impegno a proseguire ogni sforzo per la cura delle malattie rare e per il sostegno alla ricerca e alla produzione dei farmaci orfani". "Abbiamo a cuore i bisogni degli oltre due milioni di malati rari in Italia e delle loro famiglie, e con il supporto sempre prezioso anche di Uniamo sono certo che taglieremo altri significativi traguardi", ha concluso il ministro.

Di: Redazione Consulcesi Club

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