Tromboembolia venosa: diagnosi e terapie: il corso ECM

Scopri le diagnosi e le terapie mirate per la tromboembolia venosa in medicina interna. Partecipa al corso ECM per approfondire.

Sommario

  1. Incidenza TEV
  2. Fattori di Rischio TEV e identificazione del rischio tromboembolico
  3. La tromboprofilassi nei pazienti a basso e alto rischio
  4. Prevenzione TEV in medicina interna
  5. Effetti avversi anticoagulanti
  6. Il corso ECM

La tromboembolia venosa (TEV) è una condizione clinica complessa che richiede un approccio diagnostico e terapeutico accurato e integrato. Deve mettere insieme prevenzione e diagnosi precoce, terapia personalizzata e tempestiva e salvaguardia dalle recidive. I progressi nelle opzioni terapeutiche e le nuove tecniche interventistiche hanno migliorato significativamente la prognosi dei pazienti, ma resta fondamentale una gestione individualizzata della patologia. Cerchiamo di fornire una panoramica dei principali aspetti legati alla TEV con un focus in medicina interna.

Incidenza TEV

La TEV comprende due manifestazioni principali: la trombosi venosa profonda (TVP) e l’embolia polmonare (EP). Si tratta di condizioni causate dalla formazione di coaguli di sangue che possono bloccare il flusso venoso. L'incidenza è significativa a livello globale, con circa 10 milioni di casi annuali, rendendola una delle principali cause di morbilità e mortalità.

In Italia, secondo dati recenti, l'EP ha un'incidenza stimata di circa 65.000 casi annuali. Negli ultimi anni, si è registrato un aumento dell'incidenza, specialmente tra le donne in età fertile e con l'avanzare dell'età, accompagnato da una riduzione della mortalità grazie ai progressi nelle terapie.

Fattori di Rischio TEV e identificazione del rischio tromboembolico

La conoscenza dei fattori di rischio è essenziale per prevenire la TEV. Tra i fattori principali ci sono:

  • Immobilità prolungata (ospedalizzazione o viaggi lunghi);
  • Interventi chirurgici, in particolare ortopedici;
  • Cancro e terapie oncologiche;
  • Gravidanza e puerperio, il periodo dopo il parto;
  • Storia familiare o personale di TEV.

Gli score validati come il Padua Prediction Score (PPS) e l'IMPROVE (International Medical Prevention Registry on Venous Thromboembolism) sono strumenti clinici sviluppati per identificare i pazienti a rischio di tromboembolismo venoso (TEV) e per guidare le decisioni riguardo alla profilassi antitrombotica.

Il Padua Prediction Score (PPS) è stato creato per stimare il rischio di TEV nei pazienti ospedalizzati non chirurgici. Si basa su 11 criteri, ognuno con un punteggio specifico. Un punteggio totale di 4 o superiore indica un rischio elevato, suggerendo la necessità di misure profilattiche, principalmente con anticoagulanti. L’IMPROVE è un registro internazionale che raccoglie dati su pazienti medici ospedalizzati per identificare i fattori di rischio associati al TEV. I risultati hanno portato allo sviluppo di un punteggio di rischio basato su 8 fattori, utilizzato per guidare la profilassi antitrombotica.

Una valutazione accurata del rischio tromboembolico è fondamentale per la personalizzazione della profilassi, la prevenzione di complicanze e l’ottimizzazione delle risorse. Questi score, dunque, sono essenziali per una gestione efficace del rischio tromboembolico, garantendo una profilassi appropriata e migliorando gli esiti clinici dei pazienti.

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La tromboprofilassi nei pazienti a basso e alto rischio

La tromboprofilassi rappresenta un pilastro nella gestione preventiva della TEV. Nei pazienti a basso rischio, sono sufficienti misure generali come l'idratazione e la mobilizzazione precoce. Nei pazienti ad alto rischio, è necessaria una profilassi farmacologica, spesso con l’uso di eparine a basso peso molecolare (EBPM) o anticoagulanti orali diretti (DOAC).

Prevenzione TEV in medicina interna

In contesti internistici, la TEV è spesso associata a pazienti con comorbidità. L'uso corretto degli anticoagulanti è fondamentale per prevenire la TEV in medicina interna e ridurre il rischio di eventi tromboembolici nei pazienti ospedalizzati. Farmaci come l'eparina e i DOAC sono largamente utilizzati per il loro profilo di efficacia. Tuttavia, è importante valutare attentamente il rapporto rischio-beneficio per ciascun paziente. Le linee guida forniscono raccomandazioni basate su evidenze scientifiche per una gestione ottimale:

  • Valutazione del rischio: è essenziale identificare i pazienti a rischio di TEV utilizzando strumenti validati, come il Padua Prediction Score o l'IMPROVE, per determinare la necessità di profilassi;
  • Profilassi farmacologica: nei pazienti a rischio, si raccomanda l'uso di eparine a basso peso molecolare (EBPM) o altri farmaci che saranno prescritti valutando la funzionalità renale e le controindicazioni individuali;
  • Durata della profilassi: la durata della profilassi farmacologica varia in base al rischio individuale e alla condizione clinica del paziente;
  • Monitoraggio e aggiustamento della terapia: è importante monitorare regolarmente i pazienti per identificare eventuali complicanze emorragiche o tromboemboliche. In caso di recidiva sotto terapia anticoagulante, è necessario adeguare la dose per mantenere l'INR nel range terapeutico.

L'adozione di queste linee guida garantisce una profilassi efficace e sicura della TEV, riducendo il rischio di complicanze nei pazienti ospedalizzati.

Effetti avversi anticoagulanti

Gli anticoagulanti possono essere associati a effetti avversi significativi, come:

  • Sanguinamenti maggiori;
  • Complicanze gastrointestinali;
  • Interazioni farmacologiche.

Per ridurre i rischi, è dunque indispensabile personalizzare la terapia in base alle caratteristiche del paziente, monitorare regolarmente la funzione renale e i parametri di coagulazione ed infine educare il paziente sui segnali di allarme legati agli effetti avversi.

La gestione della tromboembolia venosa richiede una conoscenza approfondita dei fattori di rischio, delle strategie di prevenzione e delle opzioni terapeutiche. Solo un approccio multidisciplinare può garantire un trattamento ottimale, minimizzando i rischi associati alla terapia anticoagulante.

Il corso ECM

L’argomento può essere approfondito grazie al corso FADTromboembolia venosa: diagnosi e terapie mirate in medicina interna” da 7.5 crediti ECM, presente sulla piattaforma Consulcesi Club, è dedicato all'approfondimento delle strategie di prevenzione, diagnosi e trattamento della tromboembolia venosa (TEV). Si occupa di tromboprofilassi e di come e quando implementarla nei pazienti a basso e alto rischio. Evidenzia l'importanza della corretta identificazione e stratificazione del rischio tromboembolico, con l'utilizzo di score validati come Padua e Improve. Il corso, inoltre, affronta il tema della prevenzione della trombosi venosa profonda (TVP) nei pazienti ricoverati in medicina interna, riportando le linee guida per l'uso corretto dei farmaci anticoagulanti, considerando le comorbidità come l’insufficienza renale e condizioni particolari come la gravidanza. Il Responsabile scientifico del corso ECM è il dottor Valerio Renzelli, Research Fellow presso l’Ospedale Pediatrico Bambino Gesù e con un ruolo chiave all’interno dell’Associazione Medici Endocrinologi (AME).

Di: Viviana Franzellitti, giornalista

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