Miopia e patologie dell’occhio in aumento: serve una maggiore prevenzione

In occasione della Giornata mondiale della vista Consulcesi propone un nuovo corso di formazione che parte dalle ultime novità in relazione alle cure per fornire nuovi strumenti di prevenzione contro l’insorgenza della patologia in età pediatrica.

Sommario

  1. L’alimentazione che fa bene alla vista 
  2. Prevenzione e formazione: al centro della cura della persona 
Con circa 2 miliardi di persone colpite, la miopia si conferma il disturbo visivo più diffuso a livello globale. Se i Paesi con il più alto numero dei casi sono da sempre quelli asiatici dove a causa di una predisposizione genetica vi sono circa l’80% dei bambini con questo disturbo, la crescita costante registrata soprattutto negli ultimi anni inizia a far parlare di “epidemia” anche in Europa e in generale in Occidente. In Italia, secondo le stime del 2021 con circa 18 milioni di casi, di cui oltre un milione e mezzo tra bimbi e adolescenti, la miopia interessa indicativamente il 25% della popolazione.   “Abbiamo solo due occhi, attraverso i quali percepiamo circa l’80% del mondo esterno”, ci ricorda Danilo Mazzacane, medico specializzato in Oftalmologia e vicepresidente della Commissione Difesa Vista Onlus, che con Consulcesi in occasione della Giornata mondiale della vista lancia un nuovo corso di formazione ECM “Incremento della miopia in età pediatrica: eziopatogenesi e terapie innovative”, aperto a tutti i professionisti della salute e volto a rafforzare la prevenzione partendo proprio dalla cura dei più piccoli.   “Ma ancora troppe persone mettono a rischio la salute del proprio apparato visivo attraverso abitudini sbagliate e mancando di sottoporsi a screening di prevenzione”, prosegue Mazzacane.   Come spiega ancora l’esperto, se una volta si parlava di ‘miopia da studio’ perché questa tendeva ad insorgere al liceo o all’università quando le ore sui libri aumentavano, oggi la miopia si presenta già nei bambini nei primi dieci anni di vita. Le cause principali? Ovviamente i nuovi amici dell’uomo: smartphone, computer, videogiochi e gli altri dispositivi elettronici sui quali ogni giorno grandi e piccini spendono troppe ore della giornata.   “L’incremento della miopia in età pediatrica è un problema da non sottovalutare perché se non trattata può peggiorare causando gravi problemi in età adulta come la cataratta, il glaucoma e le patologie retiniche”, prosegue Mazzacane.   Se prima si pensava che solo il fattore genetico fosse alla base dell’insorgenza di queste e altre affezioni dell’occhio, un crescente numero di ricerche ci dimostra come stili di vita, cibo e cause ambientali influenzano significativamente (anche) la salute della nostra vista.    

L’alimentazione che fa bene alla vista 

  Accanto a sane abitudini, come l’astensione dal fumo, l’attività fisica, l’uso di occhiali da sole di buona qualità per proteggere gli occhi dai raggi solari, anche l’alimentazione può contribuire a diminuire il rischio di sviluppare malattie oculari.   Oltre alle note carote che grazie al Beta-carotene e la vitamina C svolgono un’importante azione antiossidante, altri alimenti sono stati identificati come altamente benefici. Sono quelli che contengono nutrienti come luteina, zeaxantina, acidi grassi omega 3, zinco, vitamine D ed E.   Tra questi, le verdure a foglia verde sono ottime fonti di luteina e zeaxantina ma anche frutta e verdura di colore arancione e giallo (melone, patata dolce, zucca) contengono il beta-carotene, mentre peperoni e pesche sono ricchi di vitamina C e zeaxantina.   A contenere Omega 3 ma non solo, sono invece uova e pesce, mentre la soia e i suoi derivati sono una formidabile fonte di antiossidanti, amminoacidi essenziali, fitoestrogeni e vitamina E.   “Per una buona nutrizione non serve andare molto lontano né ricorrere a diete particolari, basta seguire quella mediterranea”, sintetizza quindi Mazzacane che ribadisce la necessità di rafforzare “la cultura della difesa della vista” attraverso un approccio multidisciplinare e l’informazione a partire dai più giovani, quindi attraverso i pediatri e i medici di famiglia.   “Se un tempo avevamo il medico scolastico che faceva varie visite ai bambini, sostituiti poi dalle ortodontiste con gli screening di valutazione nelle scuole, oggi purtroppo a causa anche della carenza di risorse la prevenzione è lasciata alle famiglie e l’informazione a internet - riflette lo specialista. Dobbiamo restituire alla medicina la credibilità che merita rafforzando l’educazione sanitaria che noi professionisti possiamo e abbiamo il dovere di fornire”.  

Prevenzione e formazione: al centro della cura della persona 

  In questo contesto, le giornate mondiali sono un’ottima occasione per sensibilizzare e mettere in atto azioni che coinvolgano la collettività, dagli screening gratuiti alla diffusione di materiale informativo nelle piazze e nelle scuole.   Ma “la prevenzione deve svilupparsi anche attraverso un’azione territoriale continua che passi attraverso i medici di medicina generale che devono rimanere inevitabilmente aggiornati sulle nuove patologie e sui nuovi trattamenti disponibili, così da poter fornire la migliore informazione possibile ai propri pazienti”, aggiunge Mazzacane che nel corso multimediale parte dell’ampia offerta FAD di Consulcesi e accessibile online fino al 31 dicembre (termine ultimo per l’acquisizione dei crediti formativi obbligatori) approfondisce le novità in ambito farmacologico e ottico-biomedico, quindi le nuove strategie terapeutiche per rallentare la progressione della miopia in età pediatrica.   “È importante ricordare che vedere 10 decimi non è necessariamente sinonimo di un apparato visivo integro perché vi sono patologie che possono non essersi ancora manifestate ma che se diagnosticate tempestivamente possono essere curate più efficacemente”, aggiunge l’esperto che avverte inoltre sui rischi legati allo smart-working ed esorta a non trascurare campanelli d’allarme come il mal di testa o la tendenza a strizzare gli occhi quando si guarda da lontano.   “Anche la telemedicina - conclude Mazzacane – e l’innovazione tecnologica se ben implementata potranno apportare importanti benefici in termini di prevenzione e cura, ma ancora una volta alla base vi deve essere la preparazione dei professionisti”.
Di: Redazione Consulcesi Club

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