Allarme virus Marburg, cos’è e come si trasmette?

Scatta l’allarme virus Marburg anche in Europa. In Ruanda viene somministrato un vaccino sperimentale. Cosa sta succedendo.

Sommario

  1. La situazione del virus Marburg in Ruanda
  2. Origini e scoperta della malattia da virus Marburg

Una banchina della stazione centrale di Amburgo è stata isolata dopo che un giovane studente di Medicina proveniente dal Ruanda ha mostrato sintomi sospetti, facendo temere un'infezione da virus Marburg. Il ragazzo, che aveva lavorato in un ospedale in Ruanda durante un focolaio del virus che ha causato 26 casi confermati e 8 morti, viaggiava in treno con la fidanzata, anch'essa con sintomi simil-influenzali. Entrambi sono stati trasferiti in una clinica specialistica per ulteriori controlli. Le autorità tedesche hanno preso precauzioni, contattando circa 275 passeggeri del treno, pur considerandolo a basso rischio di contagio, dato che il virus si trasmette tramite contatto diretto con fluidi corporei.

La situazione del virus Marburg in Ruanda

Il Ruanda sta affrontando il suo primo focolaio del virus Marburg, con il 70% dei casi tra gli operatori sanitari. Attualmente sono in corso operazioni di tracciamento dei contatti, con circa 300 persone sotto monitoraggio. Per contenere l'infezione, il Paese ha ricevuto 700 dosi di un vaccino sperimentale dal Sabin Vaccine Institute, con l'obiettivo di somministrarlo principalmente a operatori sanitari, soccorritori e persone entrate in contatto con i casi confermati.

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Origini e scoperta della malattia da virus Marburg

La malattia da virus Marburg (MVD), precedentemente conosciuta come febbre emorragica di Marburg, è una patologia virale grave causata dal Marburg marburgvirus (MARV), appartenente alla stessa famiglia del virus Ebola, le Filoviridae. Sebbene i due virus siano distinti, le malattie che provocano sono simili sia clinicamente che nei tassi di letalità. La MVD colpisce sia gli esseri umani che i primati non umani. Il virus di Marburg fu descritto per la prima volta nel 1967, in seguito a due epidemie avvenute simultaneamente in laboratori situati a Francoforte e Marburg, in Germania, e a Belgrado, Serbia (ex-Jugoslavia). In quell'occasione, si registrarono 31 infezioni e 7 decessi. Da allora, sporadici focolai sono stati segnalati principalmente in Africa subsahariana e in viaggiatori di ritorno da queste regioni.

Sintomi e decorso clinico

Il periodo di incubazione della MVD varia generalmente da 5 a 10 giorni, con casi che si estendono da 2 a 21 giorni. L'esordio della malattia è improvviso, caratterizzato da febbre alta (39-40 °C), forte mal di testa, brividi, malessere generale e dolori muscolari. Entro tre giorni possono comparire crampi addominali, nausea, vomito e diarrea che può durare fino a una settimana. Dal quinto al settimo giorno, può emergere un rash cutaneo e la malattia può peggiorare con manifestazioni emorragiche come petecchie, sanguinamenti dalle mucose e dalle vene. Nei casi più gravi, si sviluppano sintomi neurologici come disorientamento, convulsioni e coma. Il tasso di letalità della MVD si aggira attorno al 50%, con variazioni che dipendono dalla qualità della cura e dal ceppo virale coinvolto. Il trattamento tempestivo può aumentare le probabilità di sopravvivenza, mentre i casi fatali si concludono con la morte tra l'8° e il 16° giorno a causa di disidratazione, emorragie interne e insufficienza multiorgano.

Trasmissione e prevenzione

La maggior parte dei focolai di MVD è legata all'esposizione umana in ambienti abitati da pipistrelli, come caverne e miniere, con i pipistrelli della specie R. aegyptiacus considerati il principale reservoir del virus. La trasmissione interumana avviene tramite il contatto diretto con sangue o fluidi corporei di persone infette, oppure indirettamente attraverso superfici e oggetti contaminati. Il rischio di trasmissione aumenta nelle fasi avanzate della malattia, quando i sintomi includono vomito, diarrea ed emorragie. Attualmente, non esistono trattamenti antivirali specifici né vaccini per la MVD. La prevenzione si basa principalmente sull'isolamento rapido dei casi sospetti, l'uso di dispositivi di protezione individuale e la sensibilizzazione della popolazione sui fattori di rischio. In ambienti a rischio, come grotte e miniere in Africa, è consigliato evitare il contatto con pipistrelli e animali selvatici.

Di: Arnaldo Iodice, giornalista

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