Salute e inquinamento: l’OMS esorta alla formazione dei professionisti sanitari e annuncia un nuovo manuale

L’inquinamento continua a gravare pesantemente sullo stato di salute dell’uomo. L’OMS esorta allora ad una maggiore formazione dei professionisti del settore in materia e annuncia la realizzazione di un nuovo manuale. Anche Consulcesi, continua ad arricchire la sua offerta formativa spaziando dall’alimentazione sostenibile e funzionale all’elettrosmog, fino alle ultime scoperte relative agli interferenti endocrini.

Sommario

  1. Formazione e divulgazione per contrastare l’inquinamento
  2. Il nuovo manuale OMS sull’inquinamento atmosferico
  3. Ambiente e uomo: “One Health”
  4. Inquinamento, interferenti endocrini e obesità

Salute e inquinamento: un connubio, nostro malgrado, sempre più forte. Secondo l’OMS, circa 7 milioni di decessi prematuri all’anno sono riconducibili all’inquinamento atmosferico e a cardiopatie ischemiche, ictus, broncopneumopatie croniche ostruttive e cancro ai polmoni da questo provocati.

Formazione e divulgazione per contrastare l’inquinamento

Per contrastare gli ormai ampiamente noti danni alla salute legati ad aria e ambiente sempre più inquinati, medici e professionisti sanitari giocano un ruolo fondamentale. A ribadirlo di recente anche l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) che esorta ad una maggiore formazione ricordando che, sebbene “in materia di salute pubblica, gli effetti dannosi dell’inquinamento atmosferico sono da tempo motivo di preoccupazione”, persiste “una realtà sconcertante”: la questione “rimane inadeguatamente integrata nei programmi educativi dei professionisti della salute”.

Come denuncia ancora l’OMS, infatti, ad oggi “gli operatori sanitari non sono sufficientemente consapevoli dell’impatto dell’inquinamento atmosferico sulla salute”. Attualmente solo il 12% delle scuole di medicina in tutto il mondo include l’argomento nei programmi universitari.

Per contribuire a colmare questo gap educativo, providers di corsi ECM come Consulcesi ampliano sempre di più l’offerta formativa in materia di inquinamento. Si va da quelli che guardano alle “nuove” forme come l’inquinamento domestico legato alla sovraesposizione alla tecnologica, fino al più diretto impatto dello stesso sistema sanitario sull’inquinamento attraverso la gestione dei rifiuti delle aziende sanitarie stesse.

Il nuovo manuale OMS sull’inquinamento atmosferico

L’Organizzazione Mondiale della Sanità, per venire incontro alle nuove esigenze dei professionisti della salute come della popolazione, ha di recente annunciato un nuovo toolkit dedicato in particolar modo all’inquinamento atmosferico: “Air pollution and health training toolkit for health workers (APHT).

Il nuovo manuale, che dovrebbe essere disponibile prima della fine del 2023, consisterà in un insieme di risorse e materiali “progettati per consentire agli operatori sanitari, sia in campo clinico che sanitario, di comprendere i rischi per la salute dell’inquinamento atmosferico e identificare misure di riduzione dei rischi”. L’obiettivo del toolkit è inoltre quello di fornire agli operatori del settore “argomentazioni sanitarie” volte a “sostenere interventi di aria pulita e promuovere la collaborazione tra gli attori della società civile e le istituzioni governative per l’attuazione delle politiche”.

Il nuovo approccio alla Salute promosso dall’OMS, ma anche dall’Italia con gli investimenti dal PNRR sotto la voce “Salute, ambiente, biodiversità e clima (PNC)”, poggia sulla sempre più solida consapevolezza che esiste un legame inscindibile tra la salute ambientale e quella umana.

Ambiente e uomo: “One Health”

È proprio su questo legame che si sta finalmente riformulando l’approccio al benessere e alla cura, definito nel concetto di “One Health”. Come definito anche dal Governo italiano nel decreto n.36 di aprile 2022 (convertito con modifiche nella legge 79/2022) “allo scopo di migliorare e armonizzare le politiche e le strategie messe in atto dal Servizio sanitario nazionale per la prevenzione, il controllo e la cura delle malattie acute e croniche, trasmissibili e non trasmissibili” è necessario perseguire gli obiettivi di prevenzione primaria “correlati in particolare alla promozione della salute, alla prevenzione e al controllo dei rischi sanitari associati direttamente e indirettamente a determinanti ambientali e climatici”.

“La salute dell’uomo, degli animali e dell’ambiente, secondo l’approccio One Health, sono strettamente connesse, anche a tavola”, scrive Andrea Ghiselli, presidente della Società Italiana di Scienza dell’Alimentazione nell’introduzione al nuovo corso di formazione realizzato per Consulcesi One Health: alimentazione sana e sostenibile per la salute globale”.

Come spiega l’esperto nel corso multimediale da 18.0 crediti ECM, una dieta scorretta aumenta nell’uomo il rischio di obesità, diabete, ipertensione, insulino-resistenza, malattie cardiovascolari e cancro e allo stesso tempo ha pesanti effetti anche su animali e ambiente, aumentando per esempio i gas serra (anidride carbonica, metano, protossido di azoto), la perdita di suolo, lo spreco di acqua.

Tra gli altri corsi Consulcesi dedicati al tema della sostenibilità alimentare spicca l’ultimo, solo in ordine di tempo, realizzato da Serena Missori, specialista in endocrinologia e malattie del ricambio. Il corso “Gusto è salute. L’alimentazione funzionale e sostenibile” (4.5 crediti ECM) guarda in particolar modo al grave problema dello spreco alimentare con l’obiettivo di rafforzare le conoscenze dei professionisti della salute prima e dei pazienti poi, sugli alimenti funzionali, in tutte le loro componenti, anche quelle che solitamente ma erroneamente vengono buttate via.

Inquinamento, interferenti endocrini e obesità

Tra i contaminanti ambientali ad oggi più studiati a livello internazionale ci sono i cosiddetti interferenti endocrini (ED), spiega Maria Luisa Santoro, biologa specialista in Patologia generale, nel corso di formazione Consulcesi “Gli invasori di recettori: interferenti endocrini e malattie emergenti.

Sempre più ricerche mostrano come queste sostanze, e soprattutto la loro combinazione, siano in grado di alterare la funzione del sistema endocrino causando effetti avversi sulla salute di un organismo e sulla progenie.

Tra le molteplici patologie la cui correlazione con queste sostanze chimiche è spesso sottovalutata troviamo l’obesità. A tentare di riportare l’attenzione di esperti e non su questo legame sono stati di recente gli specialisti dell’Associazione medici endocrinologi (AME-ETS) che mettono in guardia sulla presenza di queste sostanze chimiche “non solo nel cibo e nell’acqua che beviamo ma anche nell’aria che respiriamo, nei tessuti con cui sono realizzati i vestiti che indossiamo, nei detergenti” e ancora,nelle bustine che avvolgono le merendine, nelle bottiglie, nelle vaschette e nelle pellicole in cui vengono confezionate carne e verdure”, e molti altri prodotti di uso comune.

Come illustra la Santoro, negli anni, con la progressiva scoperta di effetti e danni, l’utilizzo di queste sostanze è stato progressivamente normato e oggi molte di queste sono vietate. Tuttavia, come ricorda ancora l’esperta, moltissime altre sono tutt’oggi ampiamente diffuse nell’ambiente poiché utilizzate nell’industria.

Nel corso multimediale in formato di video-lezioni, la Santoro approfondisce i diversi interferenti endocrini alla luce delle più recenti linee guida europee ed internazionali al fine di fornire ai professionisti della salute le conoscenze necessarie per valutare l’esposizione agli ED e prevenire i danni sulla salute umana. Tra i principali elementi analizzati troviamo, ad esempio, PFOS, PFOA, Fenoli, Ftalati, DES, IPA, Perclorati.

 

Di: Fabiola Zaccardelli, BA (Hons) Journalism, University of Westminster

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