Poche settimane fa, Milano è stata definita la terza città più inquinata del mondo nello scorso 18 febbraio. Si tratta di una tendenza talmente triste che non è contemplabile bypassare l’argomento, non solo per il primato negativo ma soprattutto per quello che può comportare in termini di salute pubblica.
Le mappe delle emissioni di PM10, cioè le particelle di diametro aerodinamico inferiore o uguale ai 10 µm corrispondenti alle cosiddette “polveri sottili”, già a gennaio indicavano un peggioramento rispetto al 2023, non solo a Milano. Gli standard già sopra i limiti indicati dalla legge rilevano che le criticità riguardano la Lombardia, come l'Emilia-Romagna e il Veneto. Il report di Legambiente Mal’Aria di città 2024 parla di livelli stabili da diversi anni, ma distanti dai limiti normativi dell'Ue per il 2030 e da quelli indicati per la salute dall'Organizzazione Mondiale della Sanità, che per gli scienziati sono comunque paradossalmente alti.
Un recente articolo di Fortune Health Italia si è, infatti, soffermato sull’esposizione cronica dell’inquinamento da particolato fine (PM2.5) sottolineando come lo stesso incida, aumentando il rischio di ricovero per problemi cardiaci negli anziani. E lo stesso professore Joel Schwartz, professore di epidemiologia ambientale della Harvard T.H. Chan School of Public Health ha indicato che la soglia di esposizione massima per il PM2.5 – tra l’altro appena aggiornato dall’EPA (Environmental Protection Agency) – è ancora insufficiente a proteggere la salute pubblica.
La situazione peggiora se si guarda all’Europa che non riesce ancora a far viaggiare gli Stati membri su standard adeguati, comunque già poco consoni alla tutela della salute, che necessitano di una revisione alla luce delle nuove evidenze scientifiche. Una situazione che inevitabilmente ha conseguenze a cascata sull’Italia e Milano ne è la prova.
Come difendersi dalle polveri sottili, dentro e fuori casa?
Lo smog, lo abbiamo ribadito più volte, ha effetti nocivi sulla salute psico-fisica, incidendo anche e in maniera maggiore anche sulla salute mentale dei bambini.
Tra i maggiori fattori a cui dobbiamo prestare attenzione, ci sono tutti quegli elementi che possono comportare inquinamento indoor e outdoor che, oltre allo smog statico dell’ambiente, ci fanno inalare altri agenti inquinanti come gas prodotti da combustioni, fumi di cottura, sigarette, formaldeide, composti volatili derivanti dall’uso di colle, vernici, smalti, vapori dispersi in aria da detergenti chimici aggressivi, spore, acari, pollini, per non parlare del rischio legato all’eventuale presenza in piano terra o interrati di gas radon.
Novità dall’Europa?
Alla luce di quanto accaduto in Pianura Padana, ma anche per l’emergenza dovuta all’inquinamento da polveri sottili in aumento in tutto il mondo, l’Europa ha recentemente raggiunto l’accordo su una nuova direttiva che introdurrà una stretta decisa ai livelli degli inquinanti più nocivi, PM2.5 e PM10 e il biossido di azoto, e contempla il diritto al risarcimento per i cittadini. Il piano “Zero Pollution” prevede standard rafforzati di qualità dell’aria a livello europeo per il 2030. In particolare, per i due inquinanti a maggiore impatto documentato, PM2.5 e No2, i valori limite annuali devono essere più che dimezzati, rispettivamente, da 25 µg/m³ a 10 µg/m³ e da 40 µg/m³ a 20 µg/m³. Sono previsti, inoltre, più punti di campionamento della qualità dell’aria nelle città e gli standard di qualità dell’aria saranno riesaminati entro il 31 dicembre 2030 e poi con scadenza quinquennale e più spesso, sulla base di nuove evidenze scientifiche, come le linee guida sulla qualità dell’aria dell’Organizzazione mondiale della sanità.
Tuttavia, gli Stati membri potranno richiedere che la scadenza del 2030 per il raggiungimento dei valori limite per la qualità dell’aria sia posticipata di dieci anni, nel caso in cui fossero soddisfatte condizioni specifiche. Le raccomandazioni da parte di Europa, ambientalisti e cittadini comuni però riguardano l’appello ad evitare ulteriori rinvii ad agire immediatamente per arginare l’emergenza.
Cosa si può fare nelle città oltre i limiti?
È evidente che i decaloghi su cosa fare e come farlo, non bastano più. E se le raccomandazioni che conosciamo, tra cui:
- usare i mezzi pubblici, la bicicletta o camminare a piedi, preferenzialmente in orari e luoghi di minor traffico;
- limitare le attività all’aperto nelle giornate secche e ventose e in quelle caratterizzate da livelli elevati di inquinanti;
- scegliere l’auto nuova tra quelle che più rispettano l’ambiente;
- non sostare con il motore acceso.
- Per ridurre l’inquinamento negli ambienti interni alcuni consigli utili sono:
- abolire il fumo di tabacco;
- garantire una buona ventilazione dei locali, tenendo preferenzialmente aperte le finestre più distanti dalle strade altamente trafficate;
- mantenere all’interno dell’abitazione un livello di umidità <50%;
- controllare il funzionamento di stufe a legna e caminetti;
- pulire regolarmente i filtri dei condizionatori;
- eliminare le macchie di muffa con speciali tinture antimuffa;
- scegliere prodotti e materiali a bassa emissione di COV,
Un altro rimedio è quello di fare il pieno di alimenti ricchi di antiossidanti e mettiti in gioco: la vita è tuo, il tuo futuro va protetto e i diritti vanno tutelati. L’aria pulita la meritiamo tutti e le istituzioni che rimangono sorde ai richiami hanno certamente bisogno che i cittadini si facciano avanti e ribadiscano quanto sia importante agire adesso.
Tra le iniziative per la collettività che siano efficaci e mirate al raggiungimento degli obiettivi, rientra indubbiamente la causa Aria Pulita di Consulcesi. L’azione può essere coadiuvata dal sostegno alle politiche e alle iniziative a favore dell'ambiente e della tutela dell'aria; ma anche alla partecipazione attiva a proteste e petizioni per promuovere politiche ambientali più sostenibili.
Informarsi e sensibilizzare gli altri sulla questione dell'inquinamento atmosferico e delle sue conseguenze può, inoltre, essere un buon modo di renderci consapevoli a vicenda. L’iter è certamente ancora in salita, ma dalle nostre case, dalle nostre città, possiamo far sentire la nostra voce, affinché “i rimedi” che conosciamo, diventino efficienti ed efficaci per il bene di tutta la collettività e della salute pubblica.