Con l’insediamento del 20 gennaio come 47esimo presidente degli Stati Uniti, Donald Trump ha rilanciato l’intenzione di ritirare il Paese dall’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS). Tra le ragioni principali figurano la presunta cattiva gestione della pandemia di Covid-19, l'influenza politica di alcuni stati membri, in particolare la Cina, e il costo considerato eccessivo dei contributi statunitensi. Washington ritiene che il proprio apporto finanziario sia sproporzionato rispetto ad altre nazioni, come sottolineato dall’ordine esecutivo pubblicato sul sito della Casa Bianca. Questo abbandono avrà implicazioni profonde, e comprometterà inevitabilmente il ruolo degli Stati Uniti nella cooperazione sanitaria globale.
Un anno di incertezza: il processo di uscita dall’OMS
Secondo le regole stabilite nel 1948, l’uscita dagli Stati Uniti dall’OMS richiederà un preavviso di un anno e, comunque, che siano onorati gli obblighi finanziari per il periodo in corso. Questo margine di tempo potrebbe trasformarsi in un’opportunità per negoziare riforme interne, come una maggiore trasparenza nella governance e una redistribuzione più equa dei contributi tra i membri. Tuttavia, il ritiro comprometterebbe l’accesso dei Centri per il Controllo e la Prevenzione delle Malattie (CDC) ai dati globali cruciali per fronteggiare emergenze sanitarie, e metterebbe a rischio i progressi nella lotta a malattie come HIV, malaria e tubercolosi.
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Gli Stati Uniti e gli Accordi di Parigi: un altro passo indietro
Oltre all’OMS, Trump ha sancito anche l’uscita dagli Accordi di Parigi, il trattato internazionale che mira a limitare il riscaldamento globale entro i +1,5 °C rispetto all’era preindustriale. La decisione isola ulteriormente gli Stati Uniti sul piano della cooperazione climatica, mettendoli al fianco di nazioni come Iran e Libia, le uniche a non aderire al patto. Nonostante le critiche, i sostenitori della transizione ecologica sottolineano che il contesto globale è ormai dominato da una spinta economica verso le energie pulite. Tuttavia, l'uscita potrebbe rallentare l'innovazione americana nel settore e ridurne la competitività sul mercato globale.
Un impatto duraturo sulla cooperazione internazionale
Le decisioni prese da Trump durante il primo giorno del suo mandato delineano una strategia volta a ridurre l’impegno degli Stati Uniti negli organismi multilaterali. Mentre l’OMS e gli Accordi di Parigi rappresentano pilastri della cooperazione sanitaria e climatica globale, il ritiro americano rischia di compromettere gli sforzi collettivi e di isolare il Paese in ambiti fondamentali per il futuro. Sebbene queste mosse abbiano finalità politiche e finanziarie, i loro effetti potrebbero riflettersi sulla salute mondiale, sulla lotta al cambiamento climatico e sul prestigio degli Stati Uniti come leader internazionale.