Copertura Sanitaria in Medicina Generale, quali sono le nuove direzioni del SSN

Il prof. Claudio Cricelli, Presidente Emerito SIMG, analizza lo stato dell’arte della Copertura Sanitaria nell’ambito della Medicina Generale, proponendo alcune azioni che partiranno dai dati raccolti nel ‘Libro Bianco’ della Sanità di prossima pubblicazione

Sommario

  1. Lo stato dell’arte delle cure primarie
  2. Il ‘Libro bianco’ della SIMG
  3. La sostenibilità del SSN

“Un sistema che sia in grado di estendere la copertura sanitaria a tutta la popolazione, garantendo i servizi e le prestazioni necessarie, senza caricare le persone di costi diretti”: è questa la definizione di “Copertura Sanitaria Universale”, obiettivo a cui, ogni anno il 12 dicembre, è dedicata una celebrazione ad hoc detta, appunto, Giornata Internazionale della Copertura Sanitaria Universale. Per l’occasione, il prof. Claudio Cricelli, Presidente Emerito SIMG, la Società Italiana di Medicina Generale e delle Cure Primarie, analizza lo stato dell’arte della Copertura Sanitaria nell’ambito della Medicina Generale. L’analisi parte dal quadro che il dottor Alessandro Rossi, Presidente della SIMG, ha delineato nel corso dell’evento “La sanità che vorrei”, tenutosi di recente al Ministero della Salute.

Lo stato dell’arte delle cure primarie

“Da almeno 10 anni, il Medico di Medicina Generale, svolge la propria attività organizzato in medicine territoriali, ovvero in strutture associate, come le AFT, le medicine di gruppo integrate con esperienze d'avanguardia. Ci sono ancora dei Medici che lavorano da soli. Infatti va considerato che l’Italia è composta da oltre 4mila comuni dispersi nel territorio, come i comuni dell'Ogliastra, del Cilento, della Carnia, e della Lucania con 200, 300, 400 abitanti nei quali, il medico di medicina generale, da solo affronta i problemi delle persone fragili e degli anziani. Queste realtà rappresentano circa il 16% della popolazione italiana. Contemporaneamente, assistiamo ai pronto soccorso che scoppiano, così come gli ospedali, i reparti di degenza, i reparti di rianimazione in certe circostanze come durante la pandemia, ma sta scoppiando anche la Medicina Generale – spiega il Presidente Alessandro Rossi –. Infatti, l’attività del medico di Medicina Generale è in forte aumento. Dopo la pandemia c’è stata un’impennata di richieste di ‘back office’ ovvero di richieste di aiuto telefoniche, WhatsApp, utilizzo di App, oltre all’accesso agli ambulatori, alle visite domiciliari e vaccinazioni. Proprio in questo periodo dell’anno vengono eseguite 10 milioni di vaccinazioni per l'influenza, il 10% delle quali a domicilio delle persone che non si possono spostare. Va notato, tra l’altro che negli ultimi 10 dieci anni il numero dei Medici di Medicina Generale è passato da 46 a 35mila unità. Quindi aumentano le richieste, ma diminuiscono le forze”, sottolinea il Presidente della SIMG.

Il ‘Libro bianco’ della SIMG

Alla luce di questo scenario, che evidenza chiaramente un momento di difficoltà del SSN, la Società Italiana di Medicina Generale e delle Cure Primarie si apre alle istituzioni ed alla società civile con un progetto di riforma del SSN che sia vicino al cittadino e rivolto al futuro della sanità italiana attraverso il confronto e la pubblicazione di un ‘Libro bianco’, definendo un protocollo di intenti e obiettivi condivisi. “È giunto il momento di elaborare una nuova proposta per un rilancio dell’efficacia e dell’efficienza della Medicina Generale e del suo protagonista, il medico di famiglia. Questi si caratterizza per il rapporto di reciproca fiducia con il paziente, elemento cardine a supporto delle cure di prossimità – commenta il Prof. Claudio Cricelli -. L’esigenza di un cambiamento è sentita tanto dalle istituzioni quanto dai cittadini. Gli stessi medici la percepiscono e sono intenzionati a presentare una loro proposta”. L’obiettivo della SIMG è l’elaborazione di un progetto costruttivo. “Ci appelliamo a tutti i cittadini, alle forze politiche, a chi fosse interessato alla sopravvivenza del servizio sanitario di questo Paese per coinvolgerli in un processo di ristrutturazione”, sottolinea il Prof. Cricelli.

La stesura del Documento

In una prima fase la SIMG si dedicherà all’acquisizione di dati e informazioni per delineare il funzionamento del SSN, capire come si impiegano le risorse, definire come sarà nella medicina del futuro la presa in carico

dei pazienti, che non significa solo curare le patologie, ma anche affrontare gli aspetti sociali che condizionano la vita delle persone. Questi dati economici, finanziari, clinici, demografici, sociali andranno a costruire un ‘Libro bianco’. “Il libro Bianco si concentrerà sulla Sanità Territoriale all’interno dello scenario del SSN, analizzando e contenendo dati e riferimenti comparativi del nostro SSN e dei Sistemi Sanitari internazionali. Da questi dati oggettivi si svilupperà la seconda parte del lavoro, un’analisi di questi stessi dati per elaborare la nuova proposta della medicina generale”, spiega ancora il Presidente Emerito della SIMG. La raccolta di questi dati strutturali dovrà avvenire entro l’estate del 2025. “Nel secondo semestre del prossimo anno, forze politiche e associazioni avranno la possibilità di migliorarlo con consigli e proposte”, assicura il Prof. Cricelli.

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La sostenibilità del SSN

“Servizi sanitari basati solo sugli ospedali non sono più sostenibili – aggiunge Cricelli – Le cure primarie sono l’arco di volta di qualunque sistema che abbia un contatto con la cittadinanza. Noi medici di famiglia non svolgiamo una funzione solo nella presa in carico dei pazienti, ma siamo gli strumenti attraverso cui gestire le risorse disponibili del SSN. La sostenibilità è un concetto relativo: sappiamo quali risorse saranno disponibili nei prossimi anni, dobbiamo capire come farle bastare migliorando l’efficienza. A questo si rivolge il nostro progetto, con massima trasparenza verso il mondo esterno”, conclude il Presidente Emerito della SIMG. Alla luce dell’analisi dei medici di medicina generale della SIMG, dunque, appare evidente che se l’Amministrazione Pubblica e le Istituzioni manterranno le promesse fatte in questi anni, se si risponderà efficacemente e proficuamente ai bisogni della medicina territoriale, si riuscirà a salvare le cure primarie nel nostro Paese. E se si salveranno le cure primarie, si salverà anche il Servizio Sanitario Nazionale.

 

Di: Isabella Faggiano, giornalista professionista

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