Fisioterapia e SSN: come snellire l’accesso alle cure per 27 milioni di italiani

Piero Ferrante, presidente della FNOFI, in una video intervista avanza alcune proposte concrete per supportare l’attuale rivisitazione del SSN

Sommario

  1. Snellire l’iter di accesso alla fisioterapia
  2. Il fisioterapista al servizio della prevenzione

Il 45% dei cittadini italiani, pari a circa 27 milioni di persone, manifesta bisogni riabilitativi. Il dato, emerso da un’analisi dell’Organizzazione Mondiale della Sanità già a dicembre 2022, mette in luce la centralità del fisioterapista nel Sistema Salute del nostro Paese, anche in virtù dei cambiamenti in atto, che vede l’organizzazione del Servizio Sanitario Nazionale spostare il suo baricentro da una visione “ospedale-centrica” ad una incentrata sui servizi di assistenza, cura e riabilitazione territoriali, a partire da quelli domiciliari. “Che la professione del fisioterapista sia centrale, lo dimostrano anche le richieste di iscrizioni ai corsi di laurea in fisioterapia. È una professione che, a differenza di altre dell’ambito sanitario, non ha perso la sua attrattività: per ogni posto disponibile vi sono ancora oggi, in media, otto candidati”, dice il dott. Piero Ferrante, presidente della FNOFI, la Federazione Nazionale degli Ordini dei Fisioterapisti Italiani che, in una video intervista, avanza alcune proposte concrete per supportare l’attuale rivisitazione del SSN.

Snellire l’iter di accesso alla fisioterapia

Tra le prime, quella di aumentare il valore delle competenze e delle autonomie dei professionisti sanitari: “È necessario implementare la collaborazione con i medici di medicina generale e i pediatri di libera scelta, affinché, con la loro prescrizione, i cittadini possano accedere al Servizio Sanitario Nazionale rivolgendosi direttamente al fisioterapista, almeno per le situazioni di “disabilità semplici”. Ciò permetterebbe di snellire l’iter che il cittadino deve affrontare per poter usufruire dell’accesso alle cure fisioterapiche di cui ha bisogno. Questa proposta, alla luce di evidenze scientifiche sempre maggiori, dei risultati sulla sicurezza e sugli esiti delle cure, sulla soddisfazione del cittadino, sulla realizzazione professionale del fisioterapista, migliorerebbero senza dubbio l’efficacia e l’efficienza del SSN, con positive ricadute anche sulla sua sostenibilità”, assicura il Presidente Ferrante.

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Il fisioterapista al servizio della prevenzione

Non meno importante il contributo che il fisioterapista può offrire nell’ambito della prevenzione. “È proprio mettendo in pratica azioni di prevenzione, che è possibile far diminuire le richieste di cura e di riabilitazione, che ci pervengono dai cittadini. Ed anche sotto questo aspetto, la centralità della figura del fisioterapista è innegabile”. La FNOFI, quindi, proponendo a gran voce una sempre maggiore valorizzazione della figura del Fisioterapista, insieme alle sue competenze ed autonomie, auspica la creazione di percorsi più “mirati” e più snelli, che consentano al cittadino di poter attingere alle cure fisioterapiche nel modo più veloce, puntuale e preciso. “Abbiamo inoltre - chiosa finale del Presidente Ferrante - una importante “ricchezza” da mettere a disposizione del nostro SSN: la comunità professionale dei Fisioterapisti liberi professionisti, che sono diverse decine di migliaia nel nostro Paese. Contare sul loro apporto anche all’interno del Servizio Sanitario, certamente con particolari forme di “ingaggio”, sarebbe un ulteriore toccasana, favorendo l’accesso alle cure, per l’annoso problema delle liste d’attesa”.

Di: Isabella Faggiano, giornalista professionista

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