Intelligenza artificiale in sanità: una rivoluzione da padroneggiare, non da temere

Secondo Enrico Papini, direttore scientifico Ospedale Regina Apostolorum, l’IA non è una tecnologia di cui bisogna aver paura, ma è un’opportunità da sfruttare in quanto fornisce strumenti pratici per il lavoro quotidiano dei professionisti sanitari.

Negli ultimi decenni, la tecnologia ha trasformato profondamente il settore sanitario. L’accesso alle informazioni scientifiche, un tempo riservato a pochi, è stato reso democratico dalla rivoluzione informatica. Oggi, con l’avvento dell’intelligenza artificiale, ci troviamo di fronte a un’ulteriore evoluzione che promette di migliorare l’efficienza e la qualità delle cure. Tuttavia, perché questa innovazione possa essere realmente efficace, è necessario comprenderla e utilizzarla in modo consapevole.

Secondo Enrico Papini, direttore scientifico dell’Ospedale Regina Apostolorum, l’IA rappresenta una rivoluzione che permette di organizzare e rendere immediatamente utilizzabili i vasti dati generati dalla ricerca e dalla pratica clinica. Attraverso algoritmi avanzati, l’IA facilita l’elaborazione di informazioni complesse, trasformandole in strumenti pratici per il lavoro quotidiano dei professionisti sanitari.

Non si tratta di una tecnologia da temere, bensì di un’opportunità da sfruttare, e la formazione gioca un ruolo chiave in questo processo. Gli operatori sanitari devono acquisire le competenze necessarie per integrare l’IA nella pratica clinica, evitando approcci diffidenti o ostili.

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Di: Arnaldo Iodice, giornalista

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