Legge di bilancio 2025: le principali novità

Efficientamento è la parola chiave della legge di Bilancio 2025 per quanto riguarda il settore sanitario: medicina generale, strutture di prossimità, telemedicina e digitalizzazione dovrebbero essere i settori destinatari dei fondi.

Sommario

  1. A chi andranno le risorse economiche in ambito sanitario
  2. Le novità in materia fiscale della Legge di Bilancio 2025
  3. Cosa si prevede per le pensioni nella Legge di Bilancio 2025

Il Consiglio dei Ministri, durante la seduta del 27 settembre scorso, ha deliberato il Piano strutturale di bilancio di medio termine elaborato dal Ministero dell’Economia e delle Finanze e presentato dal Presidente del Consiglio e dal Ministro dell’Economia.

Il documento è stato trasmesso alle Camere per il successivo inoltro alla Commissione Europea, e in applicazione della nuova disciplina economica dell’UE è stato elaborato con una previsione quinquennale 2025-2029, e si concentra, tra l’altro, sulla qualità del sistema sanitario, la cui digitalizzazione è una delle priorità strategiche del PNRR.

Per la sanità, in particolare, è previsto uno stanziamento aggiuntivo pari a 3 miliardi nel 2024, 4 miliardi nel 2025 e 4,2 miliardi dal 2026.

A chi andranno le risorse economiche in ambito sanitario

Secondo il piano l’Italia, grazie ai miglioramenti resi possibilità dal PNRR, potrà perseguire nei prossimi cinque anni il potenziamento di alcune misure per il SSN rivelatesi maggiormente efficaci:

-             Reti di medicina generale,

-             Reti di prossimità,

-             Strutture di telemedicina per l’assistenza sanitaria territoriale,

-             Digitalizzazione dei dipartimenti di emergenza e accettazione di I e II livello,

-             Ammodernamento delle grandi apparecchiature sanitarie.

Saranno incrementati gli investimenti sulla ricerca, nonché quelli per la formazione e lo sviluppo delle competenze tecniche, professionali digitali e manageriali del personale del SSN.

Il Governo, con il documento al vaglio dell’UE, si impegna ad attuare una serie di importanti efficientamenti della sanità italiana, e nello specifico:

-             potenziamento degli strumenti di monitoraggio della spesa, utilizzati dal tavolo di verifica degli adempimenti, attraverso l’implementazione di nuovi indicatori sintetici di efficienza e di adeguatezza dei livelli di servizio;

-             sviluppo e riordino degli strumenti per la sanità integrativa, l’assistenza e la non autosufficienza, come il miglioramento della vigilanza dei fondi sanitari e le misure per l’assistenza a lungo termine, definita su tutta la durata della vita degli iscritti;

-             programmazione delle assunzioni di personale sanitario, favorendo le specializzazioni nelle quali, allo stato, si registrano carenze;

-             potenziamento dell’assistenza territoriale e edilizia sanitaria, anche mediante il ricorso a strumenti finanziari e al partenariato pubblico-privato.

Le risorse destinate al Servizio Sanitario Nazionale saranno impiegate per interventi di potenziamento delle aree meno sviluppate, tramite il supporto delle cosiddette best practice regionali: in pratica, si attuerà il trasferimento delle conoscenze, tecnologie e competenze sviluppate da alcune aree geografiche del SSN maggiormente performanti, per trasferirle in aree depresse e agevolare la riduzione dei bassi standard, superando – si auspica – i divari geografici sanitari attualmente esistenti.

Il piano prevede inoltre l’impegno alla futura individuazione dei meccanismi per aggiornare i Livelli Essenziali di Assistenza (LEA), con lo scopo di garantire ai cittadini un’offerta sanitaria sempre più ampia e corrispondente a quelle che sono le effettive richieste di salute provenienti dai pazienti.

Il Governo si è impegnato ad attuare degli oculati processi di disinvestimento da pratiche obsolete o dannose, destinando i fondi all’innovazione e alla sostenibilità.

I fondi saranno inoltre destinati a progetti innovativi per incentivare uno stile di vita sano, in modo da migliorare il benessere dei cittadini e ridurre la spesa sanitaria; in tale ambito, sono previsti programmi di informazione su tutto il territorio nazionale relativi ai rischi legati alla sicurezza alimentare e della nutrizione.

È inoltre prevista la riorganizzazione dei servizi di dietetica e nutrizione clinica, con lo sviluppo di percorsi finalizzati alla prevenzione nutrizionale, allo screening del rischio e alla valutazione dello stato nutrizionale dei pazienti.

È qualificato come ambito di grande importanza quello dedicato agli investimenti per disincentivare l’abuso di antibiotici, al fine di contrastare l’antibiotico resistenza.

Infine, il piano prevede l’istituzione di strumenti di controllo dedicati alla diminuzione dell’impatto ambientale derivante dall’uso di fitosanitari, assicurando al contempo la tutela dei consumatori di questi prodotti finali.

Per raggiungere questi obiettivi la legge prevede uno stanziamento di 25 miliardi: il Ministero dell’Economia e Finanze, attualmente, ne ha a disposizione solo 16, e il resto delle coperture sarà oggetto di discussione e scrutinio da parte del Governo sino al termine ultimo per la presentazione della manovra.

Le novità in materia fiscale della Legge di Bilancio 2025

La legge di bilancio prevede la riduzione degli scaglioni IRPEF, che si ridurranno da quattro a tre, con l’accorpamento dei primi due.

In particolare, fino a 28 mila euro è prevista un’aliquota al 23%, che sarà finanziata con 4,3 miliardi.

Sarà ampliata, inoltre, la soglia della cosiddetta no tax area, fino a € 8.500,00, con applicazione, inoltre, della riduzione del cuneo contributivo e delle nuove aliquote Irpef: questa misura dovrebbe rafforzare le buste paga dei lavoratori dipendenti fino 1.298 euro all’anno.

Leggi anche

Cosa si prevede per le pensioni nella Legge di Bilancio 2025

Gli strumenti di anticipo pensionistico già esistenti, come Quota 103, Ape sociale e Opzione Donna, saranno prorogati per tutto il 2025, con qualche rivisitazione. È previsto, inoltre, il rinnovo dell’incentivo che prevede una decontribuzione del 10% circa per chi decide di rimanere al lavoro (il cosiddetto Bonus Maroni).

Si potrà accedere a Quota 103 con 62 anni d'età e 41 di contributi, ma la manovra prevede una rivisitazione nel metodo di ricalcolo dell’assegno, con l’utilizzazione esclusiva del metodo contributivo. Per l’anticipo pensionistico Ape sociale il requisito anagrafico che passa da 63 anni a 63 anni e 5 mesi, mentre per Opzione Donna l’età richiesta arriva a 61 anni (con un figlio scende a 60 e con due o più figli a 59).

Saranno garantiti i diritti acquisiti al 31 dicembre 2023 e le pensioni di vecchiaia di medici, personale sanitario, dipendenti di enti locali, ufficiali giudiziari e maestri: ciò significa che a questo tipo di pensione non sarà applicata la revisione delle aliquote di rendimento previdenziali previste per coloro che anticipano l’uscita dal lavoro (in caso di anticipo pensionistico per i medici e sanitari è previsto un meccanismo di tutela).

Di: Manuela Calautti, avvocato

Argomenti correlati