Medici e pensioni: tra invecchiamento professionale e PEPP

La pensione dei medici: la previsione al settantaduesimo anno di età ed è un’ipotesi che non piace agli ospedalieri. Ecco le ultime news sulla normativa in atto.

Sommario

  1. La situazione attuale
  2. PEPP come strumento: il prodotto pensionistico individuale panaeuropeo, le novità del d. lgs. 114/2022
  3. SSN sempre più in crisi

Da inizio anno si parla di alzare il livello di età pensionabile per i medici, che dovrebbe alzarsi da 70 a 72 anni per i medici di medicina generale e per i pensionati. L’ipotetica soluzione riportata nel decreto Milleproroghe è nata dopo le proteste dei sindacati dei medici, i quali si sono ribellati alla proposta di alzare l’età pensionabile a tutti i medici. Ad oggi, i medici possono lasciare il lavoro a 67 anni, elevabili a 70 su richiesta del lavoratore. 

Una questione che, probabilmente, allevierebbe il problema della carenza medici ma non graverebbe sull’anzianità professionale del nostro Sistema Sanitario Nazionale. Come ricordato a gennaio dalle sigle Anaao Assomed, Cimo-Fesmed, Aaroi-Emac, Fassid, Fp Cgil medici e dirigenti Ssn, Fvm e Cisl medici, secondo l’ultimo rapporto Ocse 2022, l’Italia è al primo posto in Europa per l’età media dei medici. A questo dato si aggiunge, poi, la diminuzione dei medici di base, con importanti differenze a livello regionale. 

La situazione attuale

Il governo italiano sta attualmente lavorando su una riforma delle pensioni al fine di rendere il sistema più sostenibile e adeguato all'attuale situazione economica. Si prevede che alcuni cambiamenti riguarderanno anche i medici. Argomento di punta è certamente l'età pensionabile. Al momento, in Italia è di 67 anni per gli uomini e 66 anni e 7 mesi per le donne. Tuttavia, ci sono proposte per aumentare ulteriormente l'età pensionabile, sebbene ancora debbano essere approvate dal Parlamento. Questo è il caso di cui abbiamo pocanzi detto. Non mancano le opzioni di pensionamento anticipato per i medici che possono godere di alcuni benefici. Tuttavia, le regole e i requisiti possono variare a seconda delle diverse situazioni lavorative. Inoltre, molti medici italiani sono iscritti a fondi pensione complementari, che possono offrire una maggiore sicurezza economica durante la pensione, ma questo non può sopperire alle mancanze governative né essere una soluzione per il nostro SSN. 

Nel contesto della pandemia da Covid-19, è stata aumentata la richiesta di personale medico e sanitario in Italia. Le nuove assunzioni e la maggiore attenzione alle esigenze del settore potrebbero influire positivamente sulla stabilità lavorativa per i medici in pensione o prossimi alla pensione.

Il fenomeno che si sta evolvendo è, però, il seguente: l’invecchiamento del ceto professionale abbinato e proporzionato alla desertificazione demografica, può solo accompagnare al declino e, mentre i “Longennials” attivi crescono, non ci sono giovani che possano sostituire le loro professionalità e il Sistema soffre sempre di più. 

PEPP come strumento: il prodotto pensionistico individuale panaeuropeo, le novità del d. lgs. 114/2022

Il PEPP, acronimo di prodotto pensionistico individuale panaeuropeo, è una novità introdotta dal Decreto Legislativo n. 114/2022, che ha la finalità di favorire la creazione di un regime pensionistico integrativo a livello europeo. Il PEPP rappresenta un'alternativa ai sistemi pensionistici nazionali esistenti, offrendo agli individui la possibilità di accumulare risparmi pensionistici in un unico prodotto, che può essere trasferito tra differenti Stati membri dell'Unione Europea.Una delle principali novità introdotte dal d.lgs. 114/2022 riguarda la portabilità del PEPP. Ciò significa che se una persona si trasferisce da un Paese membro dell'UE a un altro, può continuare a contribuire al proprio PEPP presso il nuovo Stato membro, senza perdere i contributi già accumulati in precedenza.

Inoltre, il PEPP è caratterizzato da un alto grado di flessibilità, consentendo agli individui di scegliere quanto contribuire e con quale frequenza. È possibile anche decidere tra diverse opzioni di investimento, in modo da adattare il proprio PEPP alle proprie preferenze personali e alle previsioni di rendimento desiderate. Il d.lgs. 114/2022 introduce anche disposizioni volte a garantire la tutela dei consumatori. Ad esempio, gli intermediari finanziari che offrono il PEPP devono garantire un alto livello di professionalità e trasparenza, fornendo informazioni chiare e facilmente accessibili sui costi e sui rischi del prodotto.

Tra l’altro, il PEPP rappresenta un'opportunità per le imprese del settore finanziario che possono offrire nuovi servizi e prodotti a livello europeo, ampliando il proprio mercato e beneficiando delle economie di scala generate dalla dimensione europea. Il PEPP è una novità importante introdotta dal d.lgs. 114/2022, che mira a favorire la creazione di un mercato pensionistico integrativo a livello europeo, offrendo flessibilità, portabilità e tutela dei consumatori.

Il Decreto di recepimento del Regolamento PEPP disciplina sostanzialmente alcuni aspetti della normativa che hanno maggiore rilevanza per l’ordinamento interno, ovvero:

  • definizione della/e autorità competente/i, dei loro poteri e delle loro prerogative;
  • apparato sanzionatorio del Regolamento;
  • informazioni ulteriori da fornire ai risparmiatori;
  • condizioni per la fase di accumulo;
  • richieste di trasferimento e portabilità;
  • termini e condizioni per la fase di decumulo e tipologie di trattamenti pensionistici;
  • norme di coordinamento fiscale; 
  • risoluzione stragiudiziale delle controversie.

SSN sempre più in crisi

Secondo i dati Enpam, riportati da Il Sole 24Ore, dal 2014 al 2022, i trattamenti ordinari (quelli, cioè, corrisposti in virtù del raggiungimento dei requisiti anagrafici, o contributivi) hanno registrato un'impennata di ben il 257 per cento. Soltanto l'anno scorso, la spesa per prestazioni previdenziali è stata di 2 miliardi 670 milioni e 664.965 euro il + 14,44 %, al confronto con le uscite del 2021. Per quanto attiene le singole gestioni dell'Enpam, tra quanti esercitano la medicina generale, i pensionati sono cresciuti in un anno del 12%, con un incremento del 503% a partire dal 2014. Per quel che concerne, invece, la libera professione (Quota B) la spesa dell'Enpam per i trattamenti è stata superiore del 21,33 %, rispetto al 2021 (pari cioè a oltre 304,4 milioni). 

Di contro, per i sanitari, gli attuali limiti si sono mantenuti elevati rispetto alla norma generale che prevede il pensionamento di vecchiaia a 67 anni d’età.

La Manovra 2024 - non ancora approvata - avrebbe tuttavia innalzato il limite di età per il pensionamento del personale medico dipendente o convenzionato con il SSN a 72 anni su base volontaria fino al 2026, al fine di contrastare le carenze di personale. Ipotesi però osteggiata dalle organizzazioni sindacali di categoria che, Anaao-Assomed in particolare, "hanno subito sottolineato che questa misura possa servire solo a far resistere delle vere e proprie lobby corporative pseudo-universitarie o di altra natura che sono concausa dell’attuale stato del sistema. Il rischio, visto che l’emendamento sarà valido fino al 2026, è che non vengano più assunti medici almeno per i prossimi 4 anni".

Entro quest’anno, 2023, potrebbero mancare circa 10mila medici specialisti nelle corsie d’ospedale e in uno scenario più pessimista, la carenza potrebbe arrivare a circa 24mila unità, una prospettiva catastrofica non lontana dalla realtà.

Di: Cristina Saja, giornalista e avvocato

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