Covid, spaventa la variante Xec: quali sono i sintomi e cosa ci aspetta

Una nuova variante del SARS-CoV-2, scoperta a Berlino lo scorso giugno, si sta diffondendo in Italia e in tutta Europa. Cosa c’è da sapere

Sommario

  1. Variante Xec, i sintomi
  2. Diffusione e prospettive future
  3. Le principali varianti del Covid dal 2020 a oggi

La variante Xec, segnalata per la prima volta a Berlino lo scorso giugno, è la sottovariante del Covid-19 che sta preoccupando gli esperti per la sua rapida diffusione a livello globale. Identificata come un ibrido tra le varianti Omicron KS.1.1 (FLiRT) e KP.3.3 (FLuQE), Xec ha mostrato un vantaggio di crescita significativo rispetto alle precedenti varianti. Con una crescita stimata del 3,8% al giorno (27% alla settimana), Xec sta rapidamente superando altre varianti, come JN.1, grazie alle sue mutazioni che la rendono particolarmente infettiva. In Italia, la crescita dei contagi di fine settembre è stata attribuita in parte proprio alla diffusione di Xec.

Variante Xec, i sintomi

I sintomi causati dalla variante Xec sono simili a quelli già conosciuti nelle precedenti ondate di SARS-CoV-2: febbre, dolori muscolari, stanchezza, tosse e mal di gola. Nonostante ciò, al momento non ci sono indicazioni che questa variante provochi una malattia più grave rispetto alle versioni precedenti del virus. Tuttavia, la sua trasmissibilità elevata la rende una minaccia, specialmente per le fasce più vulnerabili della popolazione.

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Diffusione e prospettive future

Come detto, Xec è stata identificata durante l'estate in Germania ma si sta rapidamente diffondendo in diversi Paesi, inclusa ovviamente l’Italia. Con l'arrivo della stagione autunno-inverno, si teme dunque che Xec possa diventare la variante dominante, che “guiderà” il prossimo picco epidemico. Nonostante la malattia causata da Xec sembri essere paragonabile alle sindromi influenzali tipiche di questo periodo, la sua capacità di propagarsi rapidamente potrebbe prolungare i tempi di guarigione per molti soggetti infetti.

Le principali varianti del Covid dal 2020 a oggi

Durante la pandemia iniziata nel 2020, diverse varianti del SARS-CoV-2 hanno suscitato preoccupazione per la loro capacità di diffondersi rapidamente e sfuggire alla risposta immunitaria. La prima a emergere è stata la variante Alpha (B.1.1.7), identificata nel Regno Unito alla fine del 2020, che si è distinta per una maggiore trasmissibilità rispetto al ceppo originario del virus. Poco dopo, in Sudafrica, è stata rilevata la variante Beta (B.1.351), nota per le mutazioni che hanno ridotto l'efficacia di alcuni vaccini.

In Brasile, a inizio 2021, è comparsa la variante Gamma (P.1), che ha mostrato un aumento della trasmissibilità e la capacità di provocare reinfezioni. Nel corso dello stesso anno, la variante Delta (B.1.617.2) si è diffusa rapidamente a partire dall'India, caratterizzandosi per una trasmissibilità elevata e una maggiore probabilità di causare forme gravi di malattia. Successivamente, nel novembre 2021, è stata identificata in Sudafrica la variante Omicron (B.1.1.529), che ha dimostrato di essere estremamente contagiosa, pur provocando sintomi generalmente più lievi rispetto a Delta.

 

Di: Arnaldo Iodice, giornalista

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