“Heart in the box”: la tecnica che permette di trapiantare organi prelevati in posti lontani

Giuseppe Feltrin, direttore generale del Centro Nazionale Trapianti , in una video intervista, spiega storia, caratteristiche e valore aggiunto della tecnologia Heart in a box.

La tecnologia “Heart in the box”, meglio conosciuta come macchina di perfusione ex vivo per il cuore, consente di azzerare quasi totalmente il tempo di ischemia permettendo di trapiantare organi prelevati anche in posti lontani. A spiegarne storia, caratteristiche e valore aggiunto è, in una video intervista, Giuseppe Feltrin, direttore generale del Centro Nazionale Trapianti.

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Tuttavia, ridurre drasticamente i tempi di ischemia non è l’unico vantaggio offerto da questo tipo di tecnologia. Utilizzandola, infatti, spiega il direttore generale Feltrin “i cardiochirurghi possono monitorare tutti i valori dell’organo, valutare lo stato di salute del cuore in tempo reale e intervenire per modificare i parametri emodinamici e metabolici”. In questo modo non solo è possibile migliorare la funzionalità dell’organo, ma anche valutare, avendo più tempo a disposizione, se rinunciare al trapianto, qualora il cuore donato non risulti adeguato.

Di: Isabella Faggiano, giornalista professionista

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