La polmonite, dalla pandemia da Covid-19 in poi, non ha mutato la sua epidemiologia: rimane una patologia diffusa e pericolosa, in grado di compromettere in modo serio lo stato di salute delle persone più fragili. È, invece, cambiato l’approccio diagnostico. In una video intervista, il Prof. Simone Scarlata, Professore associato di medicina interna all’Università Campus Biomedico di Roma, ripercorre i principali cambiamenti, conseguenti alla pandemia da Covid-19, nella diagnosi e trattamento della polmonite. “Disponiamo di strumentazione più performanti. Ne è un esempio l’ecografia del torace, sempre più utilizzata dal clinico”, spiega il prof. Simone Scarlata, Professore associato in medicina interna dell’Università Campus Biomedico di Roma, internista e pneumologo presso l’area di medicina interna del servizio di fisioterapia respiratoria ed endoscopia toracica. Dal punto di vista dei trattamenti, invece, ci sono strumentazioni, prima appannaggio solo delle terapie intensive, ora utilizzate anche in altri reparti. “L'ossigenoterapia ad alti flussi, solo per citarne una” continua il professore. Tuttavia, esistono delle criticità che la pandemia non ha risolto: “Tra queste vi è sicuramente l’inappropriatezza prescrittiva”, conclude lo specialista in pneumologia e medicina interna.
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Polmonite: ecco come la pandemia da Covid-19 ha cambiato l'approccio alla patologia
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Scopri come è evoluto il trattamento della polmonite da Covid negli ultimi 5 anni: innovazioni, protocolli e miglioramenti nella gestione clinica dei pazienti.
Medicina e RicercaDi: Isabella Faggiano, giornalista professionista