PNRR, chi investe di più in Sanità in UE? L'Italia

Il Report Agenas mette a confronto i programmi di investimento PNRR nel settore salute. In cima alla classifica il nostro Paese che spende 16 miliardi contro il Lussemburgo che spende 33 milioni.

Da solo, il settore Sanità costituisce il 10% del PIL, il 15% della spesa pubblica e l’8,3% della forza lavoro totale. Con la pandemia da Covid-19, il 2020 ha segnato l’anno del risveglio in merito alla necessità di investimenti massivi finalizzati al suo miglioramento ovunque in Europa. 

Nel 2020 arrivano per i 27 Stati membri le Raccomandazioni Specifiche per Paese (CSR) sulla salute. Ai singoli Paesi viene richiesto di investire su:

  • Resilienza dei sistemi sanitari
  • Disponibilità di prodotti medici critici
  • Capacità finanziaria del sistema sanitario
  • Carenza di personale sanitario e condizioni di lavoro
  • Infrastruttura per la sanità digitale e il suo lancio
  • Accesso e disponibilità delle cure
  • Transizione di cure da ospedali a strutture territoriali
  • Coordinazione generale e integrazione delle cure
  • Panoramica sulla politica sanitaria in Europea. 

È presto detto che i focus per i successivi Piani di Ripresa e Resilienza si sono orientati proprio sugli spunti forniti dall’UE, interessando però quote di investimenti molto diverse da stato a stato. Agenas ha realizzato un report proprio su queste differenze tra i PNRR, basato sull’indagine “Recovery and Resilience Scoreboard - Thematic Analysis Healthcare (dicembre 2021)” della Commissione Europea. 

I 22 PNRR prevedono un totale di 37 miliardi di euro di spesa, che corrisponde all’8% del totale di tutti i piani. L’Italia è in assoluto lo stato che ha previsto l’investimento più grande, dovuto a carenze strutturali che da troppo tempo venivano messe “sotto il tappeto”. 

Gli investimenti del PNRR in Italia

La spesa prevista è di 16,2 miliardi, con cui l’Italia punta a risollevare il SSN secondo alcuni punti fondamentali. In primis, potenziare le capacità del SSN seguendo le tendenze demografiche ed epidemiologiche. Dopo la sconfitta del Covid-19, una riorganizzazione si è resa urgente e necessaria. Si punta inoltre a migliorare e modernizzare l'infrastruttura strutturale e tecnologica per garantire una maggiore qualità dell’assistenza.

Parte dei guadagni è invece indirizzata alla formazione del personale sanitario, sviluppandone le competenze tecniche e professionale, con un particolare accento su quelle digitali. A questi ultimi è legato il presupposto di aumentare i servizi di assistenza domiciliare, riorganizzando la rete di assistenza territoriale e potenziando la telemedicina, anche con il prossimo arrivo di una piattaforma ministeriale. Infine, si punta a promuovere la ricerca e rafforzare la governance del SSN. 

La Sanità francese verso una digitalizzazione profonda

Seconda al nostro Paese per spesa in sanità c’è la Francia, con 4.5 miliardi. In comune con l’Italia il proposito di rafforzare la digitalizzazione e sostenere la ricerca biomedica. Così come quella di migliorare ospedali, strutture medico-sociali e cooperazione tra attori sanitari. La Francia si propone inoltre di potenziare le carriere del personale sanitario, per rendere il lavoro nel settore più attraente per le nuove generazioni. Messo nero su bianco, inoltre, il proposito di implementare la Legge sull'Orientamento e la Trasformazione del Sistema Sanitario, che dovrà permettere di riequilibrare l'offerta di assistenza sanitaria in tutto il Paese e organizzare l'assistenza locale

Germania verso la cura dei punti deboli mostrati dal Covid

Al terzo posto la Germania, con 4.4 miliardi di investimento nel settore sanitario. Leggendo i propositi illustrati, si può facilmente realizzare l’assoluto primato del sistema sanitario tedesco in Europa. Già evoluto dove gli altri aspirano ad arrivare proprio con questi finanziamenti, il primo scopo in sanità è l’implementazione del Sistema tedesco di Segnalazione e Informazione elettronica per il controllo delle infezioni (DEMIS), che ha mostrato delle lacune durante la pandemia. Gli ospedali riceveranno, inoltre, finanziamenti per migliorare in una vasta gamma di aree critiche, come la digitalizzazione dei pronto soccorso, l'espansione della telemedicina, il miglioramento della gestione dei farmaci e la sicurezza delle informazioni. Interessante il terzo scopo: standardizzare sistemi e strumenti nelle strutture e, contemporaneamente, garantire l’interoperabilità su tutti i livelli. Quella che sarà la naturale evoluzione anche del sistema Fascicolo Sanitario elettronico, dopo il completamento della digitalizzazione. 

Il PNRR della Romania punta al salto di qualità

La Romania è al quarto posto con un investimento di 2,8 miliardi finalizzato a migliorare l’infrastruttura ospedaliera in ogni regione. Obiettivo del governo rumeno è, infine, la costruzione o ristrutturazione di centri integrati di comunità con nuove strutture e personale, corredata alla fornitura di attrezzature ai medici di famiglia e l'acquisizione di unità mediche mobili che contribuiranno ad aumentare l'accesso ai servizi di assistenza primaria e preventiva per gruppi vulnerabili e comunità svantaggiate. 

Nella classifica delle spese, seguono la Romania in rapido ordine Spagna, Grecia e Portogallo che, con Slovacchia e Repubblica Ceca, chiudono l’elenco dei paesi con investimenti miliardari sulla Sanità contenuti nel PNRR. Chiudono invece la classifica Malta, Cipro, Danimarca e Lussemburgo.

I Paesi con le spese di investimento più basse

Lo Stato di Malta prevede una spesa di 70 milioni di euro, finalizzata a migliorare il sistema di prevenzione, di monitoraggio e di gestione delle risorse. A cui si aggiunge la trasformazione digitale, con il miglioramento dell’assistenza ai pazienti e la riduzione dei tempi di attesa.

Cipro investirà invece i suoi 70 milioni nell’instaurazione di un Centro Nazionale sulla Documentazione Clinica. A cui si aggiunge la progressiva transizione del quadro di erogazione e rimborso dell'assistenza sanitaria verso modelli basati sul valore. Ancora, l’instaurazione del Sistema Innovativo di ICT per la Sanità Pubblica di Cipro e l’acquisto e aggiornamento di attrezzature mediche negli ospedali.

Per la Danimarca l’investimento è di 33 milioni, concentrato su un rafforzamento della digitalizzazione e sulla risoluzione delle problematiche sottolineate dalla pandemia: la gestione delle scorte di prodotti medici critici, lo studio clinico sugli effetti dei vaccini Covid e in generale le misure per migliorare la gestione dell’emergenza.

Il Lussemburgo chiude la classifica con una spesa di 1 milione per affrontare la carenza di professionisti della salute, riformando la regolamentazione dei profili lavorativi e aprendo il settore a personale formato localmente. Insieme, anche in questo caso, ad un’accelerazione della digitalizzazione tramite registro digitale unico dei professionisti sanitari.

Di: Gloria Frezza, giornalista professionista

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