Tra il 2013 e il 2022, nell'Unione Europea sono stati ufficialmente riconosciuti 37.022 casi di tumori professionali, ossia forme di cancro derivanti dall'esposizione a sostanze cancerogene nell'ambiente di lavoro. Secondo l’Eurostat, ufficio statistico dell’Ue, questi tumori spesso si manifestano dopo un lungo periodo di latenza, che può superare anche i 40 anni dall'esposizione iniziale. La registrazione di questi casi varia tra i diversi Stati membri a causa delle differenze nei sistemi di sorveglianza e di riconoscimento delle malattie professionali.
Dal punto di vista della distribuzione geografica, la Francia è il paese con il maggior numero di casi registrati, oltre 22.000 tra il 2013 e il 2022, seguita dalla Germania, dai Paesi Bassi e dall'Italia. Tuttavia, il numero di segnalazioni potrebbe essere influenzato dalle diverse metodologie di riconoscimento e dalle politiche nazionali in materia di salute sul lavoro.
Le principali tipologie di tumori professionali
Nel periodo analizzato, le tipologie più diffuse di tumori professionali sono state il cancro ai polmoni, con 15.272 casi pari al 41% del totale, e il mesotelioma, con 14.914 casi che rappresentano il 40% del totale. Seguono il cancro alla vescica, con 1.833 casi pari al 5%, e il cancro della laringe, con 1.192 casi pari al 3% del totale.
L'amianto è stato il principale fattore di rischio per lo sviluppo del mesotelioma e di alcuni tumori polmonari, mentre altri agenti cancerogeni, come i fumi di saldatura, gli idrocarburi aromatici policiclici e alcuni solventi industriali, hanno contribuito all'insorgenza di altri tipi di tumore.
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L’andamento annuale dei casi di tumori professionali
Dal 2013 al 2019, la media annuale dei casi di tumori professionali riconosciuti era di 3.909. Tuttavia, negli anni successivi si è registrata una flessione: nel 2020 sono stati riconosciuti 3.094 casi, nel 2021 sono stati 3.258 e nel 2022 sono stati 3.309.
Questa diminuzione è probabilmente legata all'impatto della pandemia Covid, che ha rallentato le attività di diagnosi e di riconoscimento delle malattie professionali, oltre a modificare temporaneamente l'ambiente di lavoro e l'esposizione ai rischi.
Prevenzione e miglioramento delle condizioni di lavoro
L'analisi dei dati evidenzia l'importanza della prevenzione e della protezione dei lavoratori dai rischi cancerogeni. Gli sforzi dell'UE e degli Stati membri si stanno concentrando su diverse strategie. Il miglioramento delle normative sulla sicurezza sul lavoro è una delle priorità, con aggiornamenti alla Direttiva sugli agenti cancerogeni e mutageni. Un altro aspetto fondamentale è la sorveglianza sanitaria continua, che consente di individuare precocemente i segni di malattie correlate al lavoro.
Limitare l’uso di sostanze pericolose e migliorare le pratiche di protezione individuale nei settori ad alto rischio sono altri interventi chiave per ridurre i casi di tumori professionali. Infine, una maggiore sensibilizzazione sulle esposizioni lavorative a lungo termine e sulla necessità di segnalare tempestivamente eventuali sintomi sospetti rappresenta un passo cruciale nella lotta contro queste patologie.
La riduzione dell’incidenza dei tumori professionali passa attraverso un impegno condiviso tra aziende, istituzioni sanitarie e lavoratori, con l’obiettivo di garantire ambienti di lavoro più sicuri e tutelare la salute a lungo termine.