L'Autorità europea per la sicurezza alimentare (EFSA) e il Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie (ECDC) hanno pubblicato il "Rapporto One Health 2023 sulle zoonosi nell'Unione Europea", che analizza la sorveglianza e il monitoraggio delle zoonosi nei 27 Stati membri dell'UE, inclusa l'Italia.
Le infezioni zoonotiche più frequenti in Italia
Nel 2023, le infezioni zoonotiche più diffuse in Italia sono state causate dai batteri Campylobacter e Salmonella. Campylobacter ha registrato circa 8.500 casi segnalati, con un'incidenza in aumento rispetto agli anni precedenti, mentre Salmonella ha causato circa 3.200 casi, spesso legati al consumo di uova e prodotti derivati. Le principali fonti di infezione sono state identificate nei prodotti avicoli e nelle carni poco cotte. Rispetto agli altri Paesi dell'UE, l'Italia si posiziona tra i primi cinque per numero di infezioni da Salmonella.
Oltre a Campylobacter e Salmonella, il rapporto evidenzia altre infezioni zoonotiche presenti in Italia. La listeriosi, causata da Listeria monocytogenes, ha fatto registrare 75 casi, con una mortalità del 15%, colpendo prevalentemente anziani e persone immunodepresse. Le infezioni da STEC, dovute a Escherichia coli produttore di Shiga-tossina, hanno raggiunto i 120 casi confermati, principalmente associati al consumo di carne bovina poco cotta e latticini non pastorizzati. La brucellosi ha registrato meno di 10 casi segnalati, concentrati nelle regioni del Sud Italia, in particolare in Sardegna e Sicilia.
Resistenza antimicrobica: una crescente preoccupazione
Uno dei punti critici emersi dal rapporto è la resistenza agli antibiotici. In Italia, il 70% dei ceppi di Campylobacter mostra resistenza alla ciprofloxacina, uno degli antibiotici più utilizzati. Circa il 30% dei ceppi di Salmonella risulta resistente a più antibiotici, rendendo il trattamento più complesso. L'aumento della resistenza antimicrobica pone sfide significative per la gestione delle infezioni e richiede strategie più efficaci di monitoraggio e controllo.
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Epidemie alimentari nel 2023
L'Italia ha registrato oltre 400 focolai di infezioni alimentari, con oltre 2.500 persone coinvolte. Le principali cause sono state Salmonella, responsabile del 35% dei focolai, Norovirus, che ha causato il 25% dei casi, ed Escherichia coli, con una percentuale del 10%. Gli alimenti maggiormente implicati sono stati uova, latticini non pastorizzati e carne cruda.
Per contrastare la diffusione delle zoonosi, in Italia sono attivi diversi programmi di monitoraggio. I controlli sulle filiere agroalimentari hanno portato all'analisi di oltre 50.000 campioni nel 2023. Sono stati implementati piani di vaccinazione per il bestiame per ridurre la trasmissione di Brucella e Salmonella. Inoltre, sono state avviate campagne di sensibilizzazione per promuovere corrette pratiche igieniche nella preparazione degli alimenti.