L’ambiente dovrà essere nei prossimi anni al centro dell’agenda di tutte le principali istituzioni governative, poiché la sua tutela non è più rinviabile se vogliamo garantire un futuro alle prossime generazioni. L’argomento trasversale che investe obiettivi italiani, europei e mondiali, e che non può prescindere da un buon piano di transizione ecologica, ha tantissime sfaccettature da analizzare e da porre all’attenzione della popolazione civile, affinché si acquisti sempre più consapevolezza.
Oltre alle nuove professioni dedicate, di cui abbiamo già fatto accenno, vanno considerati tutti i fattori ambientali che rendono il luogo in cui viviamo poco salubre. È per questo che oggi ci soffermiamo su PM10 e polveri sottili.
Più del 60% delle polveri sottili sono prodotte dall’uomo tramite caldaie, stufe e caminetti. Ma anche: fumi di cottura, sigarette, composti volatili derivanti dall’uso di colle, vernici, smalti, detergenti chimici aggressivi. Il valore PM10 assume rilevanza proprio perché si tratta di considerare il parametro della valutazione da non superare per contenere l’inquinamento atmosferico e quindi la salubrità dell’aria che respiriamo. Secondo il D.Lgs. 155/2010 questo limite è pari a 50 µg/mc, da non superare più di 35 volte per anno civile. Nello stesso decreto viene anche stabilito un limite annuale fissato a 40 µg/mc come media annua. Secondo quanto definito dal Ministero della Salute, “l’indicatore si basa sui dati di concentrazione di PM10 in atmosfera, misurati nelle stazioni di monitoraggio distribuite sul territorio nazionale e raccolti dall’ISPRA nell’ambito delle procedure sullo scambio di informazioni (Exchange of Information, EoI) previste dalle Decisioni 97/101/CE e 2001/752/CE. L'obiettivo della normativa sull'EoI è quello di fornire un quadro conoscitivo e rappresentativo dello stato della qualità dell’aria attraverso i dati di concentrazione di PM10 in atmosfera, consentendo il confronto tra i Paesi membri della Comunità Europea. L’obiettivo del D. Lgs. 351/99, del DM 60/2002 e del D.Lgs. 155/2010 è quello di consentire a regioni e provincie autonome la valutazione e la gestione della qualità dell’aria ambiente”.
Cosa si intende per PM10 e cosa si classifica come ‘polvere sottile’?
PM10 indica il valore del particolato aerodisperso, ossia l’insieme delle particelle atmosferiche solide e liquide che sono sospese nell’aria che respiriamo. In particolare, il PM10 identifica le particelle di diametro aerodinamico inferiore o uguale ai 10 µm (dove 1µm equivale a 1 millesimo di millimetro).Il PM10 può essere emesso in atmosfera in maniera primaria, cioè prodotto direttamente da sorgenti, oppure in maniera atropica, quindi per via dell’attività dell’uomo.
Più del 60% delle polveri sottili sono prodotte dall’uomo tramite caldaie, stufe e caminetti. Ma anche: fumi di cottura, sigarette, composti volatili derivanti dall’uso di colle, vernici, smalti, detergenti chimici aggressivi. Il valore PM10 assume rilevanza proprio perché si tratta di considerare il parametro della valutazione da non superare per contenere l’inquinamento atmosferico e quindi la salubrità dell’aria che respiriamo. Secondo il D.Lgs. 155/2010 questo limite è pari a 50 µg/mc, da non superare più di 35 volte per anno civile. Nello stesso decreto viene anche stabilito un limite annuale fissato a 40 µg/mc come media annua. Secondo quanto definito dal Ministero della Salute, “l’indicatore si basa sui dati di concentrazione di PM10 in atmosfera, misurati nelle stazioni di monitoraggio distribuite sul territorio nazionale e raccolti dall’ISPRA nell’ambito delle procedure sullo scambio di informazioni (Exchange of Information, EoI) previste dalle Decisioni 97/101/CE e 2001/752/CE. L'obiettivo della normativa sull'EoI è quello di fornire un quadro conoscitivo e rappresentativo dello stato della qualità dell’aria attraverso i dati di concentrazione di PM10 in atmosfera, consentendo il confronto tra i Paesi membri della Comunità Europea. L’obiettivo del D. Lgs. 351/99, del DM 60/2002 e del D.Lgs. 155/2010 è quello di consentire a regioni e provincie autonome la valutazione e la gestione della qualità dell’aria ambiente”.
Quali sono le azioni previste a livello europeo?
Non solo il programma ONU dell’Agenda 2030 dell’ASVIS, ma anche il pacchetto “Aria pulita” ideato dal Consiglio d’Europa con l’obiettivo di migliorare la qualità dell’aria in Europa, riducendo sostanzialmente l’inquinamento atmosferico. La strategia prevista prevede degli obiettivi da raggiungere entro il 2030. Il pacchetto è stato pubblicato dalla Commissione il 18 dicembre 2013 ed è composto da una comunicazione sul programma "Aria pulita per l'Europa" e da tre proposte legislative in materia di emissioni e inquinamento atmosferico. Entro il 2030, rispetto alla situazione attuale, le misure previste dal pacchetto dovrebbero:- prevenire 58.000 morti premature
- salvare 123.000 km2 di ecosistemi dall'inquinamento da azoto
- salvare 56.000 km2 di spazi protetti Natura 2000
- salvare 19.000 km2 di ecosistemi forestali dall'acidificazione