Il cambiamento climatico e il conseguente innalzamento delle temperature ha modificato anche la stagionalità della presenza dei pollini nell’aria. Di conseguenza, coloro che un tempo manifestavano la fase acuta di un’allergia ai pollini durante la primavera, oggi si trovano a fare i conti con tutti i sintomi e i disturbi delle allergie anche fuori stagione. Dal cambiamento climatico derivano anche temporali improvvisi che causano la cosiddetta “asma da temporale”, dovuta ad una circolazione più massiccia dei pollini, alzati e smossi dal forte vento. Anche tutti gli inquinanti ambientali, dai gas di scarico delle auto al riscaldamento domestico, compromettono il corretto funzionamento del sistema respiratorio. Lo stesso inquinamento può modificare la composizione genetica dei pollini rendendoli più allergizzanti. Diversi studi scientifici hanno mostrato come l’esposizione a fonti di inquinamento sia responsabile di un aumento delle allergie, soprattutto tra i bambini. Carlo Alfaro, pediatra e membro della Sima (Società Italiana di Medicina dell’Adolescenza) ne descrive tutti i degli in una video intervista.
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18 marzo 2024
Bambini, allergie e inquinamento: un mix micidiale
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Inquinamento e allergie: quali sono i danni provocati da questo mix, soprattutto nei più piccoli? In una video intervista, le risposte di Carlo Alfaro, pediatra e membro della Sima
Medicina e RicercaDi: Isabella Faggiano, giornalista professionista