Dall’ospedale al territorio: come l’intelligenza artificiale sta cambiando l’assistenza sanitaria

L’intelligenza artificiale è un settore nuovo e in costante evoluzione, ed è dunque necessario che i professionisti sanitari si tengano costantemente aggiornati sull’argomento. Intervista al dottor Roberto Virgili, consigliere Simedet.

Sommario

  1. IA in sanità, perchè è fondamentale parlarne
  2. IA: un ambito nuovo e costante evoluzione
  3. L'IA nell'assistenza a distanza

L’intelligenza artificiale sta rivoluzionando il mondo e la sanità non fa eccezione. L’applicazione di questa tecnologia nei contesti medici sta portando innovazioni significative, migliorando i processi diagnostici, l’assistenza ai pazienti e l’ottimizzazione delle risorse. Tuttavia, con questa rivoluzione emergono anche interrogativi etici, medico-legali e formativi, che rendono il dibattito sull’AI in sanità più attuale che mai.

Per comprendere meglio queste tematiche, abbiamo parlato con il dottor Roberto Virgili, consigliere Simedet, che ci ha aiutato a fare chiarezza sulle applicazioni concrete, sulle sfide e sulle opportunità offerte dall’AI nel mondo sanitario.

IA in sanità, perchè è fondamentale parlarne

Dottor Virgili, siamo qui a parlare di intelligenza artificiale in sanità. Qual è l’importanza di discuterne in questo momento?

È fondamentale parlarne perché, soprattutto sui social e nei media, circolano moltissime informazioni, non sempre corrette. Alcune possono generare dubbi o sospetti e, di conseguenza, rischiano di oscurare gli aspetti positivi di questa tecnologia. L’AI deve essere considerata come una tecnologia sanitaria al pari di molte altre: è una naturale evoluzione dell’informatica e delle statistiche applicate al mondo medico. Per questo è importante osservarla in tutte le sue dimensioni, compresi gli aspetti etici e medico-legali, oltre alle sue applicazioni pratiche nelle attività sanitarie.

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IA: un ambito nuovo e costante evoluzione

Eventi di questo tipo sono quindi essenziali per diffondere una corretta informazione e formazione sull’argomento?

Assolutamente sì. L’intelligenza artificiale è un campo nuovo e in costante evoluzione, per cui è necessaria una formazione adeguata, anche per quei professionisti sanitari che si sono laureati anni fa e che potrebbero non avere una preparazione aggiornata in merito. I programmi universitari, purtroppo, tendono ad aggiornarsi lentamente, quindi eventi come questi rappresentano un’occasione importante per stimolare l’approfondimento. Naturalmente, in un solo giorno non si possono trattare tutti gli aspetti nel dettaglio, ma si può fornire un quadro generale e spunti per un ulteriore approfondimento. Questo è fondamentale, perché ormai l’AI è già presente nelle corsie ospedaliere, negli ambulatori e in molte altre realtà sanitarie, volenti o nolenti.

L'IA nell'assistenza a distanza

Secondo lei, qual è uno dei campi della sanità in cui l’intelligenza artificiale potrà offrire il contributo più significativo?

I campi sono molti, ma uno dei più promettenti è sicuramente l’assistenza a distanza. Oggi negli ospedali c’è una grande quantità di tecnologia e di risorse dedicate, ma la sanità si sta spostando sempre di più verso il territorio. Tuttavia, non abbiamo abbastanza risorse umane per coprire ogni esigenza territoriale. Ecco perché poter assistere i pazienti anche con l’aiuto di algoritmi di intelligenza artificiale rappresenta un valore aggiunto sia per il personale sanitario sia per i pazienti stessi. Questo approccio sarà sempre più rilevante nei prossimi anni.

Di: Arnaldo Iodice, giornalista

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