Per le pazienti affette da endometriosi sono disponibili nuove prestazioni rimborsabili: si va dalle terapie a base di Dienogest, un progestinico in grado di ridurre la sintomatologia associata all’endometriosi, a nuove modalità di gestione degli esami diagnostici. Ma per capire l’impatto che queste novità avranno sulla gestione della patologia, sia per i clinici, che per chi ne è affetto, è necessario inquadrare la malattia, comprendendone diffusione ed eziologia. “L'endometriosi è una malattia cronica caratterizzata dalla presenza di tessuto simile all'endometrio, che normalmente riveste l'interno dell'utero, al di fuori della cavità uterina, causando infiammazione cronica e formazione di tessuto cicatriziale”, spiega il Prof Vittorio Unfer, ginecologo, Presidente EGOI-PCOS e docente presso l’Università Unicamillus di Roma.
Incidenza, diagnosi e trattamenti
Questa patologia colpisce circa il 10% delle donne in età fertile, ma la percentuale potrebbe essere sottostimata a causa delle difficoltà diagnostiche. Infatti, la diagnosi è spesso ritardata, avviene in mediadai sette ai 10 anni dopo i primi segni, a causa di sintomi variabili e sovrapposti ad altre condizioni, come dolore pelvico, dismenorrea, infertilità.“La laparoscopia diagnostica è ancora lo standard, ma strumenti meno invasivi come imaging avanzato, ecografia e risonanza magnetica, stanno guadagnandospazio - aggiunge lo specialista - .I trattamenti ad oggi in essere possono essere di vario tipo. Tra quelli farmacologici ci sono i contraccettivi ormonali, progestinici, agonisti del GnRH. Attraverso la chirurgia si procede alla rimozione del tessuto ectopico tramite laparoscopia. Fisioterapia e gestione del dolore cronico sono, invece, due esempi di terapia di supporto”.
Le nuove prestazioni a carico del SSN
Proprio a causa di questa eterogeneità di trattamenti, il SSN italiano ha incluso nuove prestazioni legate all'endometriosi nell’elenco di quelle rimborsabili, come ad esempio le terapie a base di Dienogest, “un progestinico in grado di ridurre la sintomatologia associata all’endometriosi”, spiega il Prof. Unfer. Cambierà anche la gestione degli esami diagnostici, che fanno fede alle linee guida promosse dalle principali società scientifiche, che ad oggi prevedono diagnosi laparoscopica (quindi chirurgica), ma “che verrà gestita in maniera differente, ovvero attraverso piattaforme per la gestione delle liste di attesa e le prenotazioni tramite CUP gestite con l’intelligenza artificiale”, sottolinea il ginecologo.
I benefici per medici e pazienti
In precedenza, molte donne dovevano sostenere costi elevati per diagnosi e trattamenti, poiché l'endometriosi non era considerata una priorità sanitaria.“Questo cambiamento rappresenta un maggiore accesso agli strumenti diagnostici e terapeutici per i medici, permettendo di offrire cure più tempestive e complete. Inoltre – commenta lo specialista - il riconoscimento dell'endometriosi come patologia significativa migliora la sensibilizzazione e la formazione professionale. Per le pazienti, questo si traduce in una riduzione del carico economico e del ritardo diagnostico, miglioramento della qualità della vita e maggiore consapevolezza della malattia”.Nonostante ciò, persistono disparità regionali nell’accesso alle cure: alcune regioni italiane sono più attrezzate di altre in termini di specialisti e centri di riferimento. “Pertanto, per migliorare lo stato attuale sono possibili varie opzioni, che prevedono l’investire nella formazione del personale sanitario per riconoscere tempestivamente la malattia, potenziare i centri specializzati, uniformare l’accesso alle cure in tutta Italia, aumentare la sensibilizzazione pubblica per ridurre i ritardi diagnostici, ed ampliare ulteriormente la lista delle prestazioni rimborsabili, includendo - conclude il professor Unfer - trattamenti integrativi come la fisioterapia”.