Non soltanto rimborsi somme, risarcimenti danni e liquidazioni di differenze retributive: affidarsi al network legale di Consulcesi Club è stato risolutivo anche per coloro che, ingiustamente, sono stati coinvolti in penosi processi penali collegati all’esercizio della professione sanitaria.
Far parte del Club ha dato la possibilità, davvero unica sul mercato della consulenza legale, di ottenere nel giro di poche ore dalla notifica di qualsiasi atto una compiuta disamina, da parte di un legale iscritto all’Albo professionale esperto nel settore, di ogni situazione di presunta malpratice medica, ottenendo risposte rapide ed efficaci per affrontarle nel modo migliore.
Scegliere poi il proprio avvocato di fiducia, per farsi assistere nelle prime fasi ed eventualmente nel processo, nel roster dei professionisti competenti in materia attivando, con riferimento ai processi penali, le coperture previste dalla polizza Tutela Legale Das, anch’essa inclusa nella membership Club, è quindi diventato un felice binomio, garanzia di successo sia in termini di assoluzioni raggiunte che di copertura delle spese legali sostenute.
Archiviazione per il medico incriminato per frode processuale
È di qualche giorno fa, la comunicazione dell’avvenuto deposito del provvedimento di archiviazione nei confronti di un medico professionista che, esercitando il ruolo di CTU iscritto all’Albo del Tribunale, era stato indagato, a seguito di presentazione di denuncia querela, del reato di frode processuale prevista dall’art. 374 c.p.
In breve un erede, che si era visto respingere la domanda giudiziale di risarcimento dei danni patiti per la perdita di un proprio congiunto per una presunta malpratice medica in forza del deposito di una CTU che aveva negato ogni addebito di colpa dei sanitari, aveva denunciato proprio il consulente tecnico nominato dal magistrato, sostenendo che costui aveva dolosamente omesso di valutare alcuni aspetti tecnici del trattamento di cura che, se apprezzati correttamente, avrebbero condotto all’accertamento della colpa invece – a suo dire - ingiustamente esclusa.
Comprensibilmente scosso dalla notifica dell’atto di apertura delle indagini a suo carico, il professionista ha quindi attivato il servizio di consulenza legale Club, ottenendo l’immediato sostegno di un esperto legale che, esaminata tutta la documentazione disponibile, ha correttamente inquadrato la situazione, fornendo ogni strumento utile per affrontare rapidamente l’evenienza.
Individuato nel network di avvocati messo a disposizione dei clienti Club, il professionista più adatto al patrocinio, la medico ha quindi affidato l’incarico e, nel contempo, attivato le coperture previste dalla polizza tutela legale Das.
L’intervento è stato risolutivo dal momento che, nel giro di poco tempo, lo stesso Pubblico Ministero ha potuto apprezzare l’assoluta inconsistenza dell’accusa mossa nei confronti del CTU, non potendosi rinvenire dalle indagini espletate alcun elemento utile a fondare un giudizio di responsabilità penale per frode processuale.
Presentata, così, richiesta di archiviazione rispetto alla notizia di reato esaminata, il Tribunale ha quindi confermato il decreto di archiviazione, con conseguente esonero del medico Club da qualsiasi ipotesi di responsabilità per i fatti ascritti.
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Assoluzione piena per il dirigente medico di P.S.
Altro caso, positivamente gestito dal network di avvocati a disposizione dei clienti Club, riguarda invece un medico di P.S., accusato di false attestazioni in cartella clinica ex art. 481 c.p. ed omessa denuncia, ai sensi dell’art. 365 c.p., all’Autorità giudiziaria riguardo ad un potenziale fatto reato.
La competente, puntuale e pervicace assistenza del professionista, subito consigliato dal consulente legale che aveva raccolto la prima richiesta e poi nominato dal sanitario incriminato, ha consentito di recuperare tutta la documentazione relativa al caso in questione, ivi comprese le prove formatesi al di fuori dell’ambiente sanitario, creando così quel solido impianto difensivo, diventato insuperabile per la pubblica accusa.
Proprio i rilievi probatori ritracciati grazie all’ostinata opera di ricerca messa in atto dal legale del medico Club hanno fornito la prova certa dell’assoluta impossibilità del medico incriminato di avere una qualche conoscenza del fatto che, secondo l’accusa, avrebbe omesso di refertare nella cartella clinica e, soprattutto, di significare alle Autorità quale presupposto della notizia reato pretesamente sottaciuta.
A chiusura del lungo processo, il Tribunale ha quindi emesso la sentenza di assoluzione "perchè il fatto non sussiste", accogliendo integramente la tesi difensiva sostenuta dal legale del medico.
In entrambi i casi, così come in tutti i numerosi e continui precedenti vittoriosi ottenuti dal network di avvocati realizzato per sostenere il mondo Club in ogni questione legale e previdenziale, un successo pieno che non lascia margine ad alcuna ombra e che, soprattutto, riconsegna dignità ed orgoglio a fronte di accuse ingiuste e lesive nei confronti di coloro, quotidianamente, forniscono un contributo indispensabile per la tutela della salute pubblica.