Borse di studio a specializzandi non medici: novità e reazioni della categoria

Cosa cambia con l'approvazione delle borse di studio per gli specializzandi di area sanitaria, e cosa ne pensano gli esponenti della categoria? Novità, benefici e chi può usufruirne nel 2025.

Sommario

  1. Le borse di studio per gli specializzandi di area sanitaria sono “un primo passo verso la giustizia professionale”
  2. “Intervento ancora insufficiente”
  3. Prospettive future: la strada verso la piena equiparazione

Con l'approvazione dell'emendamento presentato dalla deputata di Fratelli d’Italia Marta Schifone, la manovra finanziaria 2025 prevede l’erogazione di borse di studio per gli specializzandi dell’area sanitaria non medica, tra cui biologi, farmacisti, odontoiatri, veterinari, psicologi, chimici e fisici. Stanziati 30 milioni di euro per ciascuno degli anni 2025 e 2026, un passo che molti definiscono "storico" e che pone fine a un’ingiustizia durata decenni. Fino ad ora, queste categorie professionali non avevano accesso a un trattamento economico durante il percorso di specializzazione, nonostante il loro contributo essenziale al Servizio Sanitario Nazionale. Marta Schifone ha descritto la misura come un atto di equità, mentre il presidente della SIFO, Arturo Cavaliere, l’ha definita “un gesto di responsabilità e consapevolezza”.

Le borse di studio per gli specializzandi di area sanitaria sono “un primo passo verso la giustizia professionale”

Numerosi rappresentanti istituzionali e delle categorie professionali hanno accolto con entusiasmo la notizia. Pierino Di Silverio, segretario nazionale di Anaao Assomed, ha sottolineato la portata storica del provvedimento, che garantisce finalmente un riconoscimento economico per gli specializzandi di area sanitaria. Simili sentimenti sono stati espressi dal presidente della FOFI, Andrea Mandelli, e dal farmacologo Armando Genazzani, che hanno evidenziato come questa misura rappresenti un punto di partenza verso una piena valorizzazione delle professioni sanitarie non mediche. Particolarmente soddisfatti anche gli specializzandi di Renasfo, che, nonostante abbiano criticato l’esiguità delle somme stanziate (4.773 euro lordi annui), vedono nella misura un segnale di cambiamento e un incentivo per attrarre giovani talenti nei percorsi formativi di eccellenza.

“Intervento ancora insufficiente”

Nonostante gli elogi, non sono mancate le critiche. Aldo Grasselli, segretario nazionale del SIVeMP, ha definito l’importo delle borse una "goccia nel mare" rispetto alle necessità reali, evidenziando l’ampia distanza tra i 4.773 euro lordi annui degli specializzandi non medici e i 22.700 euro lordi dei medici. Nursing Up, sindacato degli infermieri, ha invece lamentato l’esclusione delle professioni sanitarie assistenziali, come infermieri e ostetriche, dal provvedimento, considerandola un’ingiustizia che crea ulteriori disparità tra professionisti del SSN. L’eterogeneità dei percorsi formativi è stata un altro punto critico sollevato: molti ritengono necessario uniformare gli ordinamenti delle specializzazioni non mediche per garantire una vera equità.

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Prospettive future: la strada verso la piena equiparazione

La misura approvata, pur rappresentando un traguardo importante, è solo il primo passo verso l’equiparazione economica e giuridica tra gli specializzandi non medici e quelli medici. Numerosi rappresentanti di categoria hanno già annunciato che continueranno a battersi per ottenere un trattamento più adeguato e omogeneo. Si auspica inoltre una razionalizzazione delle specializzazioni sanitarie e l’estensione delle tutele previdenziali, come maternità e malattia, a tutti gli specializzandi.

Di: Arnaldo Iodice, giornalista

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