Rinnovo CCNL medici, a che punto siamo?

Proteste a Roma e scambi di accuse sulle responsabilità del mancato rinnovo (che si aspetta da 20 anni). Approfondisci.

Sommario

  1. L'accordo mai firmato, cosa è successo
  2. Cimo-Fesmed al fianco della protesta: “Un ricatto inaccettabile”
  3. Contratti pubblici e privati: la disparità tra i professionisti della salute
  4. Il fallimento delle trattative e le conseguenze per il settore sanitario

I medici della sanità privata scendono in piazza a Roma per manifestare sotto la sede del Ministero della Salute. L'iniziativa, prevista per oggi (13 febbraio 2025), è stata promossa dalla Cimop (Confederazione italiana medici ospedalità privata) e vuole porre l'attenzione su una situazione ormai divenuta per loro insostenibile: il contratto dei medici dipendenti delle strutture sanitarie private accreditate con il SSN non viene rinnovato da vent'anni. “Ormai è una farsa”, afferma la Segretaria nazionale della Cimop, la dottoressa Carmela De Rango, sottolineando come, nonostante l'aumento dei fondi stanziati dal Governo per la sanità privata, i medici non abbiano visto alcun miglioramento economico. “Le aziende in cui lavoriamo pubblicizzano la nostra eccellenza, ma ci pagano meno della metà rispetto ai colleghi della sanità pubblica”.

L'accordo mai firmato, cosa è successo

La protesta dei medici trova origine nel mancato rinnovo contrattuale che, nel 2020, sembrava finalmente giunto a una conclusione positiva. Dopo anni di trattative, era stato infatti definito un nuovo testo contrattuale con il contributo di Aiop (Associazione Italiana Ospedalità Privata), Aris (Associazione Religiosa Istituti Socio-Sanitari) e Cimop. Tuttavia, il 7 ottobre 2020, il dialogo è stato interrotto (fatta eccezione per Aris che ha siglato un contratto con aumenti salariali fino al 30% per i medici delle strutture religiose). Inoltre, nel 2020, l’ex ministro della Salute Roberto Speranza ha finanziato solo il rinnovo contrattuale del comparto non medico, lasciando i medici senza risorse aggiuntive.

Cimo-Fesmed al fianco della protesta: “Un ricatto inaccettabile”

A sostegno dello sciopero si schiera anche la Federazione Cimo-Fesmed, che critica duramente il comportamento delle associazioni datoriali Aiop e Aris. Guido Quici, presidente della Federazione, denuncia il tentativo di subordinare il rinnovo contrattuale all'intervento economico dello Stato. “Non si può pensare di guadagnare sulle spalle del personale sanitario”, afferma Quici, che propone di legare l'accreditamento delle strutture sanitarie private al rispetto dei diritti dei lavoratori. La Federazione ritiene che lo Stato debba assumersi la responsabilità di questa situazione, evitando di sostenere economicamente aziende che non garantiscono condizioni dignitose ai loro medici.

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Contratti pubblici e privati: la disparità tra i professionisti della salute

La protesta di Cimop si inserisce in un quadro più ampio di difficoltà nel settore sanitario, in cui anche i lavoratori del Servizio sanitario nazionale stanno affrontando aumenti salariali insufficienti rispetto all'inflazione. Il Governo ha stanziato per il rinnovo del Ccnl pubblico 2022-2024 risorse pari a circa il 5,78% della massa salariale, al di sotto della perdita di potere d'acquisto degli ultimi anni. Le retribuzioni degli infermieri, ad esempio, hanno registrato incrementi medi di 135 euro, di cui più della metà era già percepita come indennità di vacanza contrattuale. Secondo Cimop, anche l'indennità di pronto soccorso, sbandierata come un miglioramento significativo, riguarda solo il 4% del personale sanitario, lasciando il restante 96% con aumenti minimi.

Il fallimento delle trattative e le conseguenze per il settore sanitario

La situazione contrattuale rimane dunque critica. L'ultima fumata nera sul rinnovo del Ccnl Sanità 2022-2024, avvenuta il 14 gennaio scorso, ha ulteriormente aggravato il clima di insoddisfazione tra i lavoratori del settore. La mancata firma da parte di alcune sigle sindacali ha bloccato qualsiasi avanzamento nella trattativa, lasciando oltre 580.000 lavoratori senza un accordo definitivo. Intanto, il personale sanitario continua a lavorare in condizioni sempre più difficili, con carichi di lavoro crescenti e compensi che a volte non rispecchiano l'impegno e la responsabilità richiesti.

Di: Arnaldo Iodice, giornalista

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