Psichiatra uccisa, riemerge questione sicurezza operatori sanitari. Schillaci annuncia riattivazione tavolo di lavoro

Psichiatra uccisa, riemerge questione sicurezza operatori sanitari. Schillaci annuncia la riattivazione di un tavolo di lavoro.

“Nel corso di questi ultimi mesi abbiamo già iniziato ad affrontare il tema della salute mentale e della riforma delle procedure per l’assistenza nelle strutture residenziali psichiatriche. Mercoledì 26 aprile ci sarà una nuova riunione per la riorganizzazione del tavolo sulla psichiatria. Dobbiamo fare in modo che quanto accaduto a Barbara Capovani non si ripeta”. Così il Ministro della Salute, Orazio Schillaci, a seguito dell’omicidio a Pisa di una psichiatra ad opera di un suo ex paziente. Omicidio che ha riposizionato la luce dei riflettori su un tema molto importante per tutti gli operatori sanitari: la sicurezza sul posto di lavoro.

FNOMCeO: “Violenza è emergenza, serve settore dedicato della polizia”

La violenza contro gli operatori sanitari "è una emergenza nazionale" e per questo "chiediamo al Governo di risolverla, così come è stato bravo e veloce a risolvere altre emergenze. Nella polizia si individui un settore specifico dedicato a proteggere gli operatori sanitari". Così il presidente della FNOMCeO (Federazione nazionale degli Ordini dei medici), Filippo Anelli, intervenendo a 'Unomattina' su RaiUno sull'assassinio. Un omicidio che riporta alla mente l'omicidio, a Bari, 10 anni fa, di un'altra psichiatra, Paola Labriola. "Dalla morte di Paola è nato un movimento - ha ricordato Anelli - che ha portato a una serie di risultati. Ma esistono problemi che non sono stati risolti e oggi siamo qui a piangere un'altra collega. Abbiamo una legge che oggi, grazie agli ultimi interventi di questo Governo, porta alla procedibilità d'ufficio anche se la violenza è lieve. Ma persistono problemi di carattere culturale e organizzativo. Non abbiamo il tempo per parlare con i malati. La legge del 2017 che indica la comunicazione come tempo di cura non è realizzabile, per la carenza di personale, per il numero esiguo delle figure professionali. C'è la necessità di fare una riforma". Anelli ha concluso ricordando che “il 55% dei colleghi riferisce di aver subito violenza e il 48% pensa sia normale. Il ministro avvii soluzioni, ivi compreso l'aumento di personale e la presenza di mediatori culturali nei pronto soccorso, perché a volte il dolore obnubila la mente".

 

Gli psichiatri: “Chiediamo incontro urgente con ministro Schillaci”

"Nel ringraziare il ministro della Salute, Orazio Schillaci, per la vicinanza e la sensibilità mostrata in queste ore, chiediamo un incontro urgente perché gli intenti comuni non si esauriscano nella commemorazione del fatto di cronaca lasciandoci inermi di fronte al dolore e per iniziare una collaborazione proficua". Così in una nota la presidente della Società italiana di psichiatria (Sip), Emi Bondi, e la presidente eletta, Liliana Dell'Osso, dopo il decesso della collega.

"A 10 anni dalla violenta aggressione ai danni di Paola Labriola, uccisa da un utente nel servizio territoriale di Bari dove lavorava - ricorda la Sip - la psichiatria assiste, ancora, sgomenta alla perdita di una professionista sul luogo di lavoro. La conclusione della procedura di accertamento della morte cerebrale ha decretato la tragica scomparsa della nostra collega Barbara Capovani. Vogliamo qui esprimere il nostro cordoglio ai familiari della dottoressa anche a nome di tutti gli operatori della salute mentale che, in tutta Italia, attraverso le reti formali e informali, hanno condiviso il dolore per questa tragedia, e che non deve rimanere inascoltato. Perché non dobbiamo assuefarci a eventi di questo tipo e considerare l'aggressione nei confronti del personale sanitario come un ineluttabile dato di fatto".

"Il lavoro terapeutico e assistenziale in psichiatria, basato sulla relazione tra persone e sulla continua interazione con la sofferenza dell'altro - rimarca la Sip - comporta un carico emozionale straordinario, che necessita di risorse e condizioni logistico-organizzative adeguate all'aumento, cui assistiamo, delle richieste di aiuto e della complessità dei bisogni emergenti da un contesto sociale in continuo cambiamento. La crescita esponenziale di bisogno di salute mentale - sottolineano gli psichiatri - si accompagna un progressivo e silenzioso smantellamento di quell'organizzazione, pur imperfetta, che è nata nei due decenni che hanno seguito l'applicazione della legge 180. Con una perdita importante di risorse umane e il mancato avvicendamento delle nuove leve, si assiste a un impoverimento dei servizi pubblici senza precedenti negli ultimi anni, che riduce la capacità di risposta dei dipartimenti di Salute mentale, già in seria difficoltà".

“Vere tutele e subito depenalizzare atto medico”

Dopo la morte della psichiatra servono "vere tutele per i sanitari e subito depenalizzazione atto medico". Così le due società scientifiche della medicina interna, Fadoi e Simi, insieme alla Società scientifica della medicina di emergenza-urgenza (Simeu), in una nota esprimono "il dolore e la rabbia per l'ennesima vittima delle aggressioni a medici e infermieri" e "si uniscono al dolore dei familiari e dei colleghi di Barbara Capovani". "Facciamo un lavoro a rischio, senza tutele né garanzie. Siamo esposti ormai quotidianamente, quasi fosse una terrificante normalità, a episodi di violenza e a proteste ingiustificate, con un rischio maggiore di essere bersagliati per malasanità piuttosto che protetti dalla giustizia. Una situazione paradossale che ormai tutte le professioni sanitarie denunciano da anni e che non può più essere tollerata", stigmatizzano Fadoi, Simi e Simeu.

"Ci troviamo in totale accordo con quanto dichiarato dal presidente della FNOMCeO, Filippo Anelli - scrivono - e con tutte le federazioni e le associazioni che in queste ore stanno nuovamente denunciando come la situazione sia insostenibile. Per questo chiediamo ancora una volta garanzie vere per gli operatori sanitari e una depenalizzazione dell'atto medico. E in questo senso, come società scientifiche, desideriamo lanciare questo appello affinché si adottino da subito questi provvedimenti confidando nell'adesione delle altre società scientifiche cui chiediamo di aderire a questa battaglia per comporre finalmente un forte e compatto fronte comune per tutelare tutti gli operatori sanitari da questa violenza che sembra ormai imperante".

Smi: “Morte psichiatra colpa di Governi e Regioni che hanno depotenziato centri e dipartimenti Salute mentale”

"Il decesso della psichiatra Barbara Capovani - sostiene Pina Onotri, segretario generale dello Smi (Sindacato medici italiani) – addolora tantissimo e colpisce tutti i medici e i sanitari. La sicurezza di chi esercita questa professione è diventata una questione nazionale, drammaticamente attuale e rappresentativa di una grave regressione sociale e culturale del nostro Paese. Questa morte avviene per responsabilità d'attribuire a chi - Governi e Regioni - ha depotenziato nel corso degli anni i centri e i dipartimenti di Salute mentale", Csm e Dsm. "Chiediamo misure urgenti per rilanciare la medicina del territorio in tutti i suoi aspetti, compresa quella psichiatrica. La direzione nazionale dello Smi valuterà tutte le iniziative di mobilitazione per tutelare il personale medico e sanitario. Non è più tempo di parole. Ora basta".

Il caso della psichiatra viareggina, 55enne e madre di tre figli, per Onotri "mette insieme una violenza che ha origini in fattori patologici, ma che si alimenta con una cultura delinquenziale che si scaglia soprattutto contro le donne medico, che risultano essere ben quattro uccise nel nostro Paese negli ultimi tempi: un triste primato". Poi l'affondo sui centri di Salute mentale, che "in Italia sono da molti anni sottofinanziati", così come "sono peggiorate le condizioni lavorative e contrattuali dei dirigenti medici che operano nel settore. Davanti a tragedie come quella di Pisa servono segnali di cambiamento che rilancino la prevenzione, la cura e riabilitazione psichiatrica che operano sul territorio".

Fondazione Brf: “Record aggressioni verso psichiatri, 34% del totale”

"Purtroppo la tragica aggressione della collega Capovani è solo il più recente di una lunghissima sequenza di episodi violenti ai danni di medici e infermieri, che vanno dalle minacce a lesioni più o meno gravi. I dati ufficiali ne contano nell'ultimo anno 1.600, oltre 4 in media al giorno. E noi psichiatri abbiamo il triste record di aggressioni fisiche (34%), seguito a distanza dal personale dei pronto soccorso (20%). È evidente che c'è un problema che dev'essere affrontato e risolto". Lo sottolinea Armando Piccinni, presidente Brain Research Foundation (Brf)-Istituto per la ricerca scientifica in psichiatria e neuroscienze. "Non è la prima volta - continua Piccinni - che il mondo dei medici e degli infermieri, in particolar modo degli operatori che lavorano con pazienti psichiatrici, rilancia l'allarme sulle aggressioni di cui sono vittime. Purtroppo la sensazione è che queste parole siano cadute nel vuoto. Dobbiamo lavorare tutti insieme per prevenire e gestire la violenza contro gli operatori sanitari, trovando soluzioni efficaci a questo grave fenomeno".

Di: Redazione Consulcesi Club

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